Damiano Conati
Quando bussa alla porta una grande società, è difficile trattenere un giocatore, soprattutto se si parla di un classe 1999 che ha collezionato appena due gettoni con la maglia della Primavera.
Ed ecco che l’Inter, consigliata da Gardini, è arrivata a Verona e si è portata a casa Mouhamed Menaour Belkheir, attaccante 17enne, uno dei migliori prospetti delle giovanili gialloblù. E non per pochi spiccioli, come spiegato dell’agente dell’algerino, Renzo Contratto: “Non sta a me parlare di cifre, ma vi assicuro che l’Inter lo seguiva da tempo e ha fatto un gran bell’investimento per acquistarlo”.
Anche se stiamo parlando di un giovanissimo, questa è una cessione che non può passare inosservata, perché Belkheir è forte e lo ha già dimostrato andando in gol alla prima giornata di campionato con la maglia della Primavera nerazzurra. Con l’Under 17 del Verona l’anno scorso aveva messo insieme 18 presenze e 8 gol.
Una cessione che ricorda quella di Donsah: un altro giovane africano che non viene lasciato crescere nelle giovanili scaligere, ma che viene ceduto non appena la moneta sonante inizia a fare un po’ troppo rumore.
Questo dimostra la pochezza di questa società ossia del signor Setti. Lui pensa solo a “far soldi” vendendo il vendibile. Cedere un ragazzo del 1999, di buone prospettive, è contro ogni logica. Ma per Setti esiste una sola logica, quella appunto di “far soldi”, non importa come, a dispetto dei numerosi tifosi e dell’intera città.