Bigon e Fusco: Diesse a confronto 

Ha speso poco e ha rinnovato i ranghi del Verona. Il diesse Fusco ha iniettato qualità, capovolgendo come un calzino l’Hellas, scarico dalla retrocessione.

Un approccio diverso rispetto al vecchio direttore Bigon che non appena mise piede a Verona preferì rinnovare i contratti di Jankovic e compagni, invece di portare freschezza con nuovi volti.

A dire la verità di innesti ce n’erano anche stati, solo che non li rimpiange nessuno. Dal costoso Viviani, fino ad arrivare alle meteore di gennaio Furman, Gilberto ed Emanuelson, l’attuale diesse felsineo fece buchi nell’acqua uno dietro l’altro.

Discorso diametralmente opposto invece per Fusco, dirigente preparato ed intelligente. Dalle occasioni Caracciolo, Fossati, Bessa, Zuculini fino al più costoso Luppi – pagato “solo” 900 mila euro – il direttore ha il merito di aver dato un’anima al Verona risparmiando il chiacchierato “paracadute”. 

Fusco il mercato lo sa fare veramente. Lo ha condotto spendendo solo parte delle cospicue entrate arrivate dalle cessioni di Ionita e Gollini. 

Poco ha potuto fare invece per piazzare Viviani, ceduto in prestito perché nessun club credeva in lui: troppo poco quello che ha fatto vedere in gialloblù, vuoi per il fastidio pubalgico, vuoi per sfortuna.

Da annotare poi quei giocatori rinati che hanno sentito fin da subito la fiducia della società: da Pazzini a Romulo fino ad arrivare alla promessa mai esplosa Bianchetti.

Operazioni “taglia e cuci” che hanno ulteriormente svecchiato la rosa: via Greco e confermato Valoti, il lavoro del diesse continua con il prolungamento del contratto di Romulo, autentica spina nel fianco nelle retroguardie avversarie.

La sintesi, seppur parziale del suo lavoro, il secondo posto in classifica. Impietoso invece il confronto con il discutibile Bigon, il cui Hellas restò ultimo per l’intero campionato.

M.Cor

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