Retrocediamo tutti

Gianni Tomelleri

Negli ultimi sedici mesi all’incirca, da quella goleada gialloblù a La Spezia ad inizio novembre 2016, il tifoso veronese ha assistito ad un miracolo sportivo al contrario. Verona ha distrutto il Verona. Di retrocessioni ne abbiamo viste tante. Il ricordo del 21 giugno 2007 resterà sempre indelebile nella nostra memoria. Ma il suicidio collettivo di questi due anni è davvero incredibile.

Perché con la squadra in testa alla classifica della Serie B, che aveva iniziato molto bene la stagione, organi di comunicazione e tifosi hanno cominciato a sparare contro Setti, Fusco, Pecchia e via via chiunque era da criticare. Ricordo fischi a Nicolas ad ogni rinvio con la squadra prima in classifica, oppure polemiche di ogni tipo dopo un Verona-Ascoli 0-0 con oltre 20 tiri in porta dei gialloblù, un rigore sbagliato e l’80% di possesso palla.

Perché in un clima bizzarro, (forse creato ad arte?), la dirigenza non è riuscita a dare mai un segnale di forza, a scuotere l’ambiente facendo anzi aumentare di giorno in giorno la distanza tra squadra e tifosi?

Perché non sono mai stati risolti gli evidenti problemi di spogliatoio palesatisi già durante la scorsa stagione, se non con l’allontanamento tardivo di Bessa e di Pazzini che nello spogliatoio era evidentemente un elemento importante?

Perché si è costruito un organico in definitiva imbarazzante?

Perché si è lasciato Pecchia quando ormai era evidente che più nessuno era sulla sua barca?

Non sappiamo se qualcuno conosca le risposte, ma in una calda sera di inizio primavera, in cui Verona sfoggia uno dei suoi migliori volti, retrocede il Verona e retrocediamo tutti noi.

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