24 anni fa l’ultimo punto preso dall’Hellas a San Siro ai nerazzurri

Undici marzo di 24 anni fa. La sfida tra Inter e Verona finisce senza gol, l’ultimo punto preso dall’Hellas a San Siro alla Milano nerazzurra. Maglia numero 10 sulle spalle, Marino Magrin ricorda tutto. Una piccola grande impresa per il suo Verona, non si può dimenticare. Un’ora e mezza in trincea davanti a Peruzzi e contro i vari Matthaus e Klinsmann. Il muro resse, stasera però sarà il caso di osare.

L’Hellas può vincere a San Siro?

«Il Verona deve giocare per vincere, non è impossibile riuscirci. Basta stare concentrati dal primo all’ultimo minuto senza sbagliare nemmeno un pallone. Per essere una grande squadra devi avere tutti giocatori di un certo livello. E l’Inter in questo momento non è in questa condizione».

Altre variabili?

«Saranno importanti i primi dieci, quindici minuti della partita, se l’Inter non dovesse partire bene certamente non riceverebbe l’aiuto del suo pubblico. Un rischio per loro, un vantaggio per l’Hellas. Per questo è fondamentale l’approccio».

Esiste l’ansia da San Siro?

«Io direi che esiste l’adrenalina da San Siro. Prima di cominciare una certa tensione l’avverti, specie chi è meno abituato. Quando sei in campo invece passa tutto. Non darei all’effetto San Siro tutta questa importanza anche perchè nel Verona ci sono ragazzi giovani, questo è vero, ma anche giocatori esperti, per loro non è certo la prima volta».

Flash di quella partita?

«La nostra capacità di bloccare l’Inter senza soffrire tantissimo, due o tre parate grandiose di Peruzzi ma anche qualche nostra incursione sulle fasce, sempre pronti a ripartire in contopiede cercando di sfruttare lo spazio che ci concedevano i nerazzurri. Tullio Gritti giocò una grande gara».

Sensazioni?

«Buone, l’Inter attraversa un momento davvero molto complicato, soprattutto dal punto di vista psicologico, e il Verona ha le armi per fare il colpaccio se saprà essere aggressivo e attaccare come sa. Alla classifica dell’Hellas manca qualche punto, questa è l’occasione per tornare a correre. Un motivo in più per fare di tutto per portarne a casa tre da San Siro».

Fonte: L’Arena

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