A testa alta – di Enrico Brigi

Il momento non è sicuramente dei i migliori. Contro l’Inter capolista la squadra di Mandorlini incappa nella seconda sconfitta stagionale al termine di un incontro che non meritava assolutamente di perdere. Per il proibitivo match di San Siro, visto lo stato di affollamento dell’infermeria gialloblù, Mandorlini è tornato a rispolverare il 3-5-2 affidando le chiavi dell’attacco all’inedita coppia composta da Juanito Gomez – con i galloni di capitano vista l’assenza di Luca Toni – e Giampaolo Pazzini. La dea bendata sembra, però, aver voltato brutalmente le spalle agli scaligeri visto che dopo meno di quindici minuti dal fischio d’inizio, il tecnico gialloblù si è visto costretto a rinunciare al centravanti ex-Milan, uscito con una caviglia in disordine da uno scontro fortuito di gioco con il brasiliano Felipe Melo. Perso Pazzini, l’allenatore scaligero ha dovuto fare di necessità virtù gettando nella mischia Luca Siligardi, che punta sicuramente non è ma che garantisce maggiorn movimento ed imprevedibilità. La mossa si è dimostrata azzeccata in quanto i due, non offrendo punti di riferimento ai difensori nerazzurri, hanno iniziato a creare qualche grattacapo alla retroguardia di casa. Il primo tempo, infatti, ha evidenziato un Verona piuttosto attento nelle chiusure e rapido nelle ripartenze dove ha funzionato con particolare successo la catena di destra composta da Sala e Pisano. Nella ripresa ha, invece, fatto capolino la vecchia regola del calcio “gol sbagliato, gol subito”. E’ successo, infatti, che dopo una clamorosa traversa colpita da Sala – imbeccato con il contagiri da un bravissimo Greco – sul ribaltamento di fronte Felipe Melo, sfuggito alla marcatura di Albertazzi, ha incornato su calcio d’angolo al rete della vittoria. Subito il gol, quando mancavano ancora trenta minuti più recupero al termine, la squadra di Mandorlini non si è per nulla persa d’animo e, pur offrendo il fianco ai contropiedi nerazzurri, è riuscita ad alzare il baricentro del proprio gioco arrivando alcune volte vicino alla porta difesa da Handanovic. Senza punte di ruolo, però, è innegabile che segnare diventa difficile per chiunque. Alla squadra gialloblù va comunque dato merito di non essersi mai persa d’animo e di aver gettato il cuore oltre l’ostacolo alla vana ricerca di un pareggio che avrebbe meritato. L’incontro di San Siro si porta dietro, però, anche alcuni strascichi legati ad una direzione di gara non proprio all’altezza sulla quale pesa come un macigno la mancata concessione di un rigore per fallo di Melo su Gomez, quando si era ancora sullo zero a zero. La classifica inizia ora a farsi stramaledettamente complicata e l’enorme sequenza di infortuni – nel finale anche Sala ha chiesto il cambio – sicuramente non contribuisce a rasserenare un ambiente decisamente teso e preoccupato. L’importante è comunque non disunirsi ma cercare di ripartire proprio da San Siro, dove si torna a casa senza punti ma con il conforto di una buona prestazione, seppur con tutte le attenuanti rappresentate, soprattutto, da una rosa falcidiata dalle assenze. Comunque, come ha ribadito uno sconsolato Mandorlini negli spogliatoi, inutile piangersi addosso perché il calcio è questo, con tutti i suoi pregi e difetti. Prendere o lasciare. Bisogna solo rimboccarsi le maniche e da qui ripartire…

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