Il centravanti serbo, decisivo nelle prime due uscite stagionali della Juve, può essere l’arma in più dei bianconeri: parola di bomber
Appena 20 giorni fa, nel corso di quasi tutta l’amichevole disputata contro la formazione Next Gen, Dusan Vlahovic veniva fischiato da una buona parte degli spettatori presenti alla tradizionale partitella in famiglia. Erano passate diverse settimane invece, da quando il centravanti serbo era stato di fatto scaricato dalla Juve, che lo aveva messo sul mercato nella speranza che qualche club potesse sborsare quei milioni sufficienti a non registrare a bilancio quella che sarebbe stata una beffarda minusvalenza.
Il calcio però, come ama dire spesso un noto anchorman della televisione italiana, è strano. Sono bastate le prime due gare di campionato, precedute da una serie di presunte trattative col Milan (che sembrava sinceramente interessato all’ex Viola), e da una certificata sfilza di rifiuti espressi dal bomber sulle destinazioni saudite, a cambiare la storia personale di un attaccante che comunque, giova ricordarlo, stava per congedarsi dalla Continassa con un bottino di 58 gol in 145 presenze. Non esattamente un ruolino disprezzabile, ci permettiamo di aggiungere al già eloquente dato.
Come noto, la statistica è stata sensibilmente migliorata dopo le prime due giornate di una Serie A che Vlahovic nemmeno avrebbe dovuto disputare. Per lo meno non con la maglia bianconera. Il non banale gol della sicurezza messo a segno contro il Parma un minuto dopo la sciagurata espulsione di Andrea Cambiaso e la rete della vittoria siglata a Marassi in una complicatissima partita contro il Genoa (entrambi i timbri messi in uscita dalla panchina) lo hanno elevato al rango di salvatore della patria. Di Uomo della Provvidenza. Di attaccante che forse, nella strana nuova veste di ‘dodicesimo’ titolare, può fare ancora la differenza.
Qualcuno si è subito affrettato a dire che, essendo rimasto alla Juve col mercato già chiuso, la dirigenza non avrebbe più potuto venderlo nemmeno se il giocatore non fosse risultato decisivo come poi è stato. È chiaro a tutti però che il nuovo Vlahovic – lo stesso che di fatto sarebbe stato pronto, e forse lo è ancora, a restare bianconero fino alla scadenza del contratto anche non giocando – può essere l’arma in più per Igor Tudor.
È certamente di questo avviso Michele Padovano, ex panchinaro di lusso della Juve di Marcello Lippi. Uno che sa cosa significa contribuire ai grandi successi di un club pur non giocando quasi mai titolare.
“Dusan era a fuori dal progetti. Hanno tentato in tutti i modi di cederlo, non ci sono riusciti e chissà che non possa essere l’arma in più della Juve. Lui è forte, magari questa situazione gli ha fatto bene. O si metteranno d’accordo per un contratto pluriennale, oppure, visto che andrà via, giocherà David titolare. Perché è stato fatto un investimento importante. Ora vedremo che succederà con Vlahovic“, ha detto l’ex bianconero ai microfoni di ‘Tuttomercatowebradio‘.
“Che io sappia, Tudor stravede per Vlahovic, ma non è cieco. Ha fatto valutazione diverse dopo, vedendo come ha giocato. Ma potrebbero cambiare ora con queste prestazioni. È diverso da Lookman, che non si è allenato e ha mandato certificati medici, e non si è comportato da professionista“, ha concluso Padovano.
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