Benussi: “Da bambino ero cicciottello e correvo poco. Per questo mi hanno messo in porta”

Un Francesco Benussi a tutto tondo, confessioni senza peli sulla lingua davanti a circa 250 ragazzi delle medie dell’Educandato Statale “Agli Angeli”. “Parlare ai ragazzi? Un po’ mi agita, ma mi fa sentire giovane”, ha detto scherzosamente il gialloblù. L’incontro di martedì 19 maggio rientra nell’ambito del Progetto Scuola 2014-15, promosso dal Settore Giovanile e dalla Scuola Calcio dell’Hellas Verona FC con la collaborazione della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona.

 

Il portiere gialloblù ha raccontato la sua storia: “Ho iniziato da piccolo, ho dati primi calci al pallone quando avevo 6 anni. Il calcio è da sempre la passione della mia famiglia. Da ragazzo ero cicciottello e nonostante volessi correre e fare gol, i miei compagni erano più portati di me a fare gli attaccanti. Così mi hanno messo in porta e mi sono trovato bene. Parare è un’emozione grandissima, come fare un gol. Ho esordito a 17 anni, con quest’anno sono già 15 anni che gioco tra i professionisti. Sono molto soddisfatto della mia carriera, spero di poter continuare a giocare ancora per molto tempo, mi sento in forma. Il segreto per essere un calciatore? Bisogna avere abilità e forti motivazioni”.

 

Benussi ha rivelato agli studenti alcuni dei segreti dello spogliatoio gialloblù: “Siamo molto contenti della stagione che abbiamo disputato: abbiamo fatto tanti punti e siamo stati molto uniti. La nostra forza è il gruppo, infatti siamo riusciti ad uscire dai momenti difficili tutti insieme, archiviando la salvezza con diversi turni d’anticipo. Il calciatore più forte del Verona? Ovviamente Luca Toni, oltre ai gol è un campione anche nello spogliatoio, è ammirevole il modo in cui si approccia ad ogni partita con la stessa voglia di un ragazzino. Non dimentichiamoci però che i risultati sono arrivati grazie al lavoro di tutta la squadra che ha lavorato per il suo attaccante. Molte partite della stagione le ho vissute dalla panchina, ma essere parte di un gruppo vuol dire anche questo, anzi, deve essere uno stimolo a fare sempre meglio negli allenamenti in settimana. Ero sicuro che prima o poi mi si sarebbe presentata un’occasione e così è stato. Il ricordo più bello di questa stagione? Sicuramente la partita di ritorno con il Sassuolo, perché eravamo in grande difficoltà e siamo riusciti a portare a casa la vittoria nonostante fosse tutto in salita”. Non sono mancate sentite parole d’elogio per l’allenatore Mandorlini: “Al di là dei meriti tecnici, il nostro allenatore sa anche trasmettere la giusta carica allo spogliatoio. E’ stato un calciatore di alto livello per molti anni e sa bene come si preparano le partite, sa sempre darci le giuste motivazioni”.
Tra una domanda e l’altra, i ragazzi hanno mostrato al gialloblù un progetto scolastico incentrato sul fair play. “Bene che si parli di questi temi nelle scuole”, ha dichiarato Benussi, “perché un comportamento corretto in campo è il bello dello sport e soprattutto del calcio”.

 

Gli studenti, soprattutto quelli che praticano sport, hanno voluto sapere come è possibile conciliare lo studio e gli allenamenti. “A scuola ero da sei”, ha svelato Benussi, “ma devo ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre aiutato, mettendomi in riga quando serviva. Se non fosse stato per loro avrei sicuramente mollato”. Il portiere gialloblù ha voluto lasciare un importante consiglio: “Giovani, ascoltate sempre i vostri genitori, anche quando vi danno dei consigli difficili da seguire. La vicinanza della famiglia è molto importante perché ci aiuta a fare passi in avanti, lo dico per esperienza e anche in quanto genitore”.

 

“Ma come si fa ad andare avanti nonostante le difficoltà?”, hanno chiesto gli studenti. “All’inizio della mia carriera le cose non sono andate benissimo”, ha rivelato il gialloblù, “ma non mi sono mai dato per vinto, con gli anni sono riuscito a costruirmi un carattere forte. Per reagire alla difficoltà c’è una sola cosa da fare: non mollare mai. Si dice che il lavoro paga sempre e vi assicuro che è davvero così, nello sport come nella vita”.

 

Prima dei saluti, un ragazzo ha chiesto al gialloblù un commento sul razzismo. “Questo è un argomento molto importante”, ha detto Benussi, “ho conosciuto molti calciatori di colore e non ho mai avuto problemi a legare con nessuno, penso che il razzismo debba stare fuori dalla vita, dai campi di calcio e dalla società”.

Fonte: Ufficio Stampa H. Verona F.C.

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