Benvenuti nella città dei “mai contenti”

A Setti si chiede:

– che vinca le partite

– che dia stabilità al Verona in Serie A

– che ci metta soldi per comprare giocatori forti

– che non si prenda soldi dal Verona per usarli per se stesso

– che non venda giocatori

– che faccia di più per la città di Verona (come se la ristrutturazione di moltissime zone dello stadio, l’Antistadio nuovo di zecca, due negozi dedicati e una sede meravigliosa in Zai che trasuda storia gialloblù, li avesse costruiti qualcun altro)

– che non vada da Marzullo a raccontare la storia sbagliata del Verona Hellas

– che smetta di pagare 700mila euro a stagione un hotel privato di Peschiera per far allenare alla grande l’Hellas. Magari il campetto parrocchiale di Concamarise è gratuito

– che convinca Draghi a cambiare regole anticovid per gli hotel privati di Peschiera per tornare ad avere gli ingressi liberi e gli allenamenti aperti al pubblico

– che abbia più passione per l’Hellas, proprio come hanno tutti gli altri imprenditori veronesi che stanno investendo miliardi di euro per la squadra della loro città e come hanno tutti i presidenti cinesi, americani, curdi, lapponi e chi più ne ha, più ne metta che la domenica seguono le squadre di Serie A di cui sono proprietari, senza nemmeno saperlo

– che costruisca il centro sportivo di tasca sua

– che costruisca lo stadio nuovo di tasca sua, ma senza abbattere il Bentegodi di cui tutti sono affezionati

– che non vada a comprare altre società per avere una squadra in Serie C dove far crescere i suoi giovani del Verona. Che faccia l’Under 23 come la Juve piuttosto

– che entri nel cuore della città, senza quindi premiare l’abbonata più anziana, il piccolo tifoso con disabilità, il rider sfregiato e soprattutto senza che continui a entrare nelle scuole e a creare academy sul territorio, portando ogni domenica un sacco di piccoli nuovi tifosi allo stadio a prezzi di favore

– che dia più importanza al made in Verona, come se i vari Danzi, Kumbulla, Udogie, Casale, Coppola, una decina di ragazzi della Primavera e mister Corrent fossero nati tutti a Barletta

– che la smetta di fare associazioni di volontariato in aiuto del prossimo, inserendo gli amati Toni e Pazzini come uomini immagine, se le deve chiamare in inglese

– che faccia associazioni di volontariato in aiuto del prossimo, inserendo gli amati Toni e Pazzini come uomini immagine, chiamandole in italiano. Fondazione, no Foundation, Maurizio. Fondazione

– che si metta le fasce del lutto al braccio nel baule della sua Mustang gialloblù, perchè il magazziniere delegato se le può dimenticare. E chissà che dispiacere nel cuore avrà oggi quel pover’uomo che le ha lasciate in hotel.

 

A Setti non si chiede di:

– scegliere il Mantova. Il perchè probabilmente sarà molto chiaro tra una trentina d’anni.

 

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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