Damiano Conati
L’avvocato Filippo Fusco arrivò in un Bologna sull’orlo del fallimento. In pochissimo tempo salvo’ la società: ingaggi ridotti, comproprietà risolte in fretta e furia, cessioni ottime e con tempistiche importanti. Ma non solo: riuscì anche, senza nemmeno un centesimo nel portafoglio, a costruire una squadra di vertice in B, che poi con qualche euro e qualche ritocco in più a gennaio ha centrato il ritorno in Serie A.
Abbiamo recuperato vecchie interviste, datate 2014, di due giocatori che non a caso sono accostati all’Hellas in questi giorni: “Mezza squadra è venuta qui al buio, fidandosi di Fusco”, diceva Daniele Cacia, dopo una doppietta. “Questi due gol li dedico a lui, un direttore sportivo atipico, perché io uno così nel calcio non l’ho mai conosciuto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda, Zuculini dopo una vittoria del Bologna: “Questi tre punti li dedico a Filippo Fusco, che considero un amico. Mi ha portato a Bologna questa estate, ha creduto in me, noi qui siamo tutti per lui”.
E a fine stagione tutti i giocatori dedicarono la promozione proprio a Fusco. Una cosa incredibile nel mondo del calcio dove normalmente è difficile ringraziare il direttore sportivo, che invece in questo caso è anche uomo spogliatoio (cosa che è mancata a Bigon), sa creare gruppo e, a detta dei colleghi giornalisti di Bologna, è anche una brava persona, affabile e sa farsi voler bene anche dalla stampa, la componente spesso più difficile da convincere. Senza contare che è stato agente Fifa, procuratore di molti calciatori, intermediario di moltissime trattative e ha un fratello, Umberto, attualmente procuratore.
Con queste premesse si può dire che Fusco potrebbe davvero essere il miglior acquisto di Maurizio Setti.