Un retroscena emerso ad anni di distanza. Ecco cosa è successo negli spogliatoi dopo il match con il Verona. A svelarlo è stato il noto giornalista
Di post partita agitati è piena la storia del calcio. Dichiarazioni in diretta televisiva, risse, polemiche arbitrali, i casi sono molteplici e spesso anche inediti.

Spesso ne veniamo a conoscenza anche molto dopo che sono accaduti. A raccontarli sono gli stessi protagonisti oppure chi ne ha assistito, trovandosi negli spogliatoi per svolgere il suo lavoro. E’ questo il caso dell’episodio raccontato dal giornalista Emanuele Dotto, voce storica di Tutto il Calcio Minuto per Minuto, storica trasmissione di Radio Rai che ha tenuto incollati alla radiolina milioni di italiani prima dell’avvento delle pay tv e del calcio spezzatino.
Di storie da raccontare, Emanuele Dotto ne ha parecchie. Inevitabile dopo 39 anni di carriera conclusi nel 2019 nei quali ha incontrato campioni di vari sport e altri personaggi che hanno lasciato un segno con le loro vittorie o con battute celebri. Rientra tra questi anche Osvaldo Bagnoli, allenatore del Verona campione d’Italia nel 1985 e successivamente del Genoa, portato fino in semifinale di Coppa Uefa, e dell’Inter.
Il dopo partita di Verona-Juventus e la battuta di Osvaldo Bagnoli
L’aneddoto di Emanuele Dotto su Osvaldo Bagnoli si riferisce a un Verona-Juventus degli anni ’80. Lo riprendiamo dal Fatto Quotidiano. “Una delle persone più belle e intelligenti che ho conosciuto è stato Osvaldo Bagnoli – racconta il giornalista – Ricordo quando ero a Verona con gli scaligeri che persero contro la Juventus che ebbe vari episodi a favore. Negli spogliatoi Volpati per la rabbia tira uno zoccolo contro una vetrata e la rompe. A quel punto si affaccia un carabiniere per chiedere se andasse tutto bene. Intervenne Bagnoli con la famosa battuta [“Se cercate i ladri sono nell’altro spogliatoio”].

Un collega di Bagnoli, in quegli anni, era Vujadin Boskov, l’allenatore serbo che condusse la Sampdoria alla vittoria del suo unico Scudetto e di una Coppa delle Coppe. Con i blucerchiati, Boskov perse anche la finale di Coppa Campioni del 1992 a Wembley. “Con lui potevi parlare di tutto – svela Dotto – mi diceva che la gentilezza costa poco e ci compri tutto. Ricordo che gli chiesi il motivo dello spostamento di Invernizzi (ex centrocampista blucerchiato ndr) in posizione arretrata e mi rispose che [“Uomo che fugge è buono per altra battaglia”]. Una frase che riflette la sua genialità.”
Bagnoli e Boskov, due personaggi di un calcio ormai passato e che non tornerà più in nome di una spettacolarizzazione che ha stravolto non solo gli aspetti del gioco ma anche il modo di fruirne. “A me ormai il calcio sembra un altro sport, forse perché io sono del ’52 e resto ancorato ai valori di quel tempo. La mia era l’epoca in cui c’erano le bandiere, oggi semmai ci sono le banderuole”, questa l’amara conclusione di Dotto che può davvero dire di aver vissuto un’epoca irripetibile per il nostro calcio.