Chi è Clotet, uno degli indiziati alla panchina gialloblù

Chiamarsi Josep, ma per tutti Pep, essere catalano di Barcellona e di professione fare l’allenatore, è sicuramente il miglior biglietto da visita possibile.
Non sarà Guardiola, ma Clotet viene dalla stessa scuola e si è ispirato a lui, anche se più volte nell’ultimo periodo anche il Pep più famoso ha seguito il suo modo di allenare, incuriosito dai dettami tattici.

Pep Clotet non ha un passato da grande giocatore ma ha sempre fatto l’allenatore.
A 20 anni allenava già il Cornellà, la terza squadra di Barcellona. Poi il settore giovanile dell’Espanyol, lo Scudetto Under 18 e la promozione nell’Espanyol B, con un occhio alla prima squadra guidata da Pochettino.
Poi Malmö FF e Halmstads in Svezia e Viking FK in Norvegia. Il Malaga B, finchè mister Laudrup lo chiama con sé allo Swansea per trasmettere ai suoi giocatori la filosofia spagnola incentrata sul possesso palla e cambiarne totalmente l’approccio al calcio. Dopo l’esonero di Laudrup, Pep rimane anche con Monk in panchina. Monk se lo porta dietro, sempre come viceallenatore, al Leeds United nel 2016-2017 ed è proprio qui che Clotet conosce Massimo Cellino, ex patron degli Whites.
La sua carriera proseguirà come primo allenatore dell’Oxford United e del Birmingham City. L’addio ai Blues è arrivato al termine della passata stagione, alla ricerca di qualcosa di nuovo e di altrettanto stimolante. Rifiutati gli Usa al DC United e lo Sheffield Wednesday in Inghilterra, ha accettato Brescia, dove ha sistemato una stagione fallimentare ed è stato eliminato ai playoff.
Qualche curiosità.
Pep Clotet è da sempre affascinato dal gioco del maestro Bielsa, uno dei suoi mentori e modelli di riferimento calcistici. Inoltre ama gli scacchi ed è grande appassionato di tattica. Anche per questo è stato a lungo opinionista di Sky Sports UK per quanto riguarda LaLiga e viceversa sul quotidiano spagnolo Marca per la Premier League.
Come gioca.
Clotet ama il 4-4-2, semplice, senza fronzoli, ma lo può adattare anche ai calciatori che ha, come a Brescia dove ha giocato con un 4-3-1-2 o con due trequartisti e un attaccante. Il suo credo tattico è incentrato sul possesso palla e l’altissima intensità, in partita e in allenamento. È stato definito da più parti uno stratega, perché, come in una partita a scacchi, studia minuziosamente ogni dettaglio tattico prima di ogni gara.

A 37 anni ha l’esperienza di un veterano e potrebbe essere pronto al grande salto in Serie A.

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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