Chi è mister Tudor, altro indiziato alla panchina gialloblù

Era il 4 novembre 2001 quando la Juve pareggiava a Verona 2-2 dopo essere stata sotto 2-0 e il primo gol bianconero fu segnato da Igor Tudor.
Carriera ad alto livello per il possente difensore croato che ha trasferito la sua intelligenza tattica in panchina subito dopo aver appeso gli scarpini. Prima avventura in Croazia con l’Hajduk Spalato nel 2008. Edy Reja lo portò in panchina come vice, poi diventò allenatore del club, vincendo subito la Coppa di Croazia.
Successivamente la sfortunata avventura al Paok e il trasferimento in Turchia, dove ha guidato prima il Karabukspor e poi il Galatasaray, ma anche a Istanbul non è andata benissimo. Poi è arrivata l’Udinese: primo anno da subentrato con salvezza insperata, secondo anno nuovamente da subentrato e altra salvezza, terzo anno dall’inizio con esonero non proprio meritato. Un altro anno non glorioso all’Hajduk e nell’ultima stagione ha lavorato nell’equipe di Pirlo alla Juve, come allenatore della fase difensiva.
La tattica.
Tudor non ha modulo fisso. A Udine e in Croazia ha schierato il 4-3-3, il 4-2-3-1, ma in molte occasioni anche 3-4-1-2, con De Paul in appoggio al duo Pussetto-Lasagna. A prescindere dal modulo, l’approccio delle squadre di Tudor è sempre quello: tanta fase difensiva, compattezza in ogni reparto, poca ricerca del possesso palla, o meglio una ricerca di quel possesso utile per poter penetrare le maglie avversarie. Baricentro basso, squadra corta, coi terzini bloccati e pronti a partire solo quando si aprono le corsie. Il mantra, col pallone tra i piedi, è la ricerca verticale degli uomini offensivi con meno passaggi e la maggior precisione possibile. Una sorta di catenaccio e contropiede evoluto, in cui la squadra deve rischiare poco, essere aggressiva e sappia ripartire verticalmente.
Il carattere.
Tudor è allenatore pragmatico ma non banale, forte caratterialmente e capace di tirare il massimo dal materiale umano a disposizione. In questo assomiglia molto a Ivan Juric, di cui è amico, connazionale e concittadino. Infine nelle conferenze stampa viste a Udine, Tudor si è sempre presentato fermo e deciso, spavaldo ma senza proclami iperbolici. Anche in questo ambito, molto simile a Juric. Durante la sua presentazione ha spiegato la sua strategia in campo: partire dai difensori, rischiare poco, essere aggressivi e determinati. Asciutto, pratico, ma incisivo.

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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