Chi è Samir

di Damiano Conati

Non è mai facile capire un calciatore brasiliano. Da giovani ci sono moltissimi piccoli fenomeni, poi si perdono spesso per strada. E le cause sono le più svariate: troppa pressione, media e soprattutto tifosi troppo invasivi, il passaggio in brevissimo tempo da una vita spesso molto povera alla ricchezza e al lusso. Senza contare poi che una volta in Europa devono abituarsi al freddo, al cibo completamente diverso e che, soprattutto per un brasiliano, dopo qualche periodo scatta la saudade, la terribile nostalgia di casa.

Molti sono gli esempi di calciatori che in patria erano dati come campioni (Robinho su tutti) e che poi si sono persi nei meandri del futebol mondiale. 

Speriamo non sia il caso di Samir Caetano de Souza Santos, detto Samir, nato a Rio de Janeiro il 5 dicembre 1994 e nuovo difensore centrale del Verona. 

Come tutti i meninos carioca, il suo sogno fin da piccolo era il calcio. E ci sapeva fare palla al piede, con quel mancino che gli permetteva di lanciare i suoi compagni anche da lunghe distanze. Centrocampista centrale, poi regista davanti alla difesa, poi difensore centrale e all’occorrenza terzino sinistro. Lo nota in un campetto di periferia il Fluminense, quarta squadra di Rio come numero di tifosi, ma ormai da alcuni anni prima squadra cittadina come risultati. Ha 9 anni quando arriva al Flu, ma ha un problema di peso. Lo chiamano il gordinho (cicciottello) e dopo 4 anni, i dirigenti lo convocano nel loro studio. È il giorno del suo 14esimo compleanno e l’adolescente Samir riceve come regalo la notizia di non essere adatto al calcio di Serie A e si ritrova senza squadra. La delusione è tale che Samir decide di smettere con il calcio e di iscriversi all’università (ingegneria civile) e ad un corso di inglese. Ma i genitori non demordono e lo spingono a riprovarci. È la stessa mamma a trovargli la possibilità di fare un provino con l’attuale Audax Rio, all’epoca chiamato Sendas Esporte Clube, squadra di B della periferia di Rio de Janeiro e il cui presidente è l’ex interista “Baffo” Vampeta.

Qui Samir trova la sua dimensione. Fa benissimo, in poco tempo perde peso e cresce in statura (189 cm) e si fa notare dagli osservatori del Flamengo, che il 3 giugno 2011 (il ragazzo ha 16 anni e mezzo) lo portano all’ombra del Maracaná. Prestito di un anno.

Per un brasiliano andare al Flamengo è sempre motivo di orgoglio. Il Flamengo rappresenta la squadra più importante del Brasile: è quella con il maggior numero di tifosi sparsi su tutto il territorio, ha storia, blasone, tradizione, ha lanciato il più forte brasiliano di sempre (secondo i brasiliani), Zico, e soprattutto gioca al Maracaná, il tempio del calcio. 

Per Samir era un’occasione da non perdere. E non l’ha persa. A fine prestito, i rossoneri ne acquistano il 60% del cartellino con un contratto fino ad agosto 2015. Nella Primavera carioca diventa subito il leader e ad ogni torneo disputato viene eletto miglior giocatore della competizione. Il grasso diventa muscolo, il peso diventa potenza. Il suo piede sinistro pennella tagli di campo splendidi e nella retroguardia è un mastino. Veloce e bravo di testa, da dove arrivano anche i primi gol importanti. All’età di 19 anni, il tecnico Jaime de Almeida, lo lancia titolare in prima squadra alla quinta giornata del campionato brasileiro 2013. In panchina arriva Mano Menezes e anche per lui, Samir è un titolarissimo. Giocare nel Flamengo in Brasile è come essere titolare nel Real Madrid, nel Bayern o nella Juventus in Europa. Le pressioni sono davvero tante. Anche perché il Flamengo sta passando un periodo di crisi societaria e i risultati negli ultimi quattro, cinque anni sono stati deludenti. Ma non delude Samir che si prende il nomignolo di Xerife (lo sceriffo), rinnova fino a dicembre 2017 e arriva a conquistare anche la nazionale. A dir la verità poche presenze in Under 20 e 21 e non molto positive.

Con i continui cambi allenatori in casa Flamengo, Samir non ha più trovato continuità e nel 2015 non ha giocato molto. Così il Flamengo ha ben pensato di cederlo (all’Udinese) ad un prezzo (circa 4 milioni di euro) molto più basso di quello che poteva valere un anno fa. Anche perché 2 milioni vanno ai rossoneri, poi l’altra metà è stata suddivisa tra banca BMG (30%), l’Audax Rio (10%) e lo stesso Samir (10%).

L’Udinese lo ha prestato prima al Granada, dove ha trovato l’amico e ex obiettivo del Verona, Doria, e dopo 15 giorni all’Hellas, che aveva ancora un posto libero per un extracomunitario.

Ed eccolo arrivare in prestito per un anno e mezzo in gialloblù dopo un’annata negativa, ma con la speranza di poter tornare presto lo Sceriffo difensivo di qualche stagione fa.

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