Chi semina raccoglie

di Enrico Brigi

Quando il primo dicembre del 2015 Gigi Delneri venne chiamato al capezzale del Verona in sostituzione di Andrea, Mandorlini, per risollevare le sorti di una squadra che navigava mestamente in fondo alla classifica. Allora disse che sarebbero serviti almeno due mesi per vedere i primi frutti del suo lavoro. Ebbene, dopo più di otto settimane , i risultati iniziano a dargli finalmente ragione. Dopo le convincenti prove con Atalanta ed Inter – intervallate dalla cinquina rimediata contro la Lazio – è arrivata anche la vittoria nel derby di ritorno contro i cugini del Chievo. Tre punti che rappresentano la vera ciliegina sulla torta di questo girone di ritorno nel quale la squadra gialloblù sembra aver decisamente cambiato marcia. Il passo diverso appare così evidente che l’undici scaligero non sembra nemmeno lontano parente di quello visto durante la gestione mandorliniana. L’arrivo del tecnico friulano è coinciso con un deciso rinnovamento della rosa – basti pensare che rispetto al derby di andata gli unici superstiti in campo erano Moras, Helander e Pisano – tuttavia all’allenatore gialloblù và riconosciuto il grande merito di aver rivitalizzato la squadra, restituendole quella dignità e quella consapevolezza nei propri mezzi che sembrava aver oramai smarrito. Non dico per sempre, ma quasi. Davanti ad un Bentegodi ricolmo di oltre ventitremila unità, l’Hellas ha disputato un signor incontro mettendo più volte alle corde gli avversari che hanno avuto solo nel rigore realizzato da Pellissier – concesso forse con troppa benevolenza dal direttore di gara – l’unico sussulto degno di nota. Come ha poi evidenziato anche Delneri nella conferenza post gara, i gialloblù hanno probabilmente disputato il miglior primo tempo della sua gestione, dove oltre al rigore trasformato da Toni, hanno mantenuto una costante supremazia, arrivando più volte a sfiorare il raddoppio. Nella ripresa, complice anche la decisione contestata del signor Guida, i clivensi hanno tentato di rialzare la testa ma Toni & c. hanno resistito con indomito ardore, trovando allo scadere con un gran tiro di Ionita la rete per mettere definitivamente in cassaforte il match. Dopo questa vittoria – la seconda di questa stagione – la squadra rinforza ulteriormente la propria autostima, sempre più convinta di potersela giocare con chiunque. Sono d’accordo con Delneri quando dice che gli avversari iniziano a temere i gialloblù, dati dai più già per spacciati. Dopo la sconfitta della Sampdoria a San Siro, si sono ridotte incredibilmente a sette le lunghezze dalla cosiddetta zona di galleggiamento. Sette punti sono ancora tanti, tuttavia, considerando anche lo scontro diretto tra due domeniche, potrebbero dimostrarsi altrettanto incredibilmente pochi. Il tecnico di Aquileia, mai banale nelle sue dichiarazioni, non ha mancato di rendere merito ai suoi giocatori, abili secondo lui ha mettere sempre in campo qualità, corsa ma soprattutto cuore ed attaccamento alla maglia. . Il tutto non può, tuttavia, non essere ricondotto anche all’attento lavoro del tecnico, tremendamente bravo in così poco tempo a regalare a tutto l’ambiente quel pizzico di speranza in un’ impresa che fino a poco tempo fa veniva considerata come qualcosa di irrealizzabile. Chi ben semina raccoglie e tutto il popolo gialloblù confida che il momento della raccolta sia solo all’inizio…

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