Oggi la Gazzetta dello Sport ha bellamente sistemato la panchina del Verona affidandola a Pippo Inzaghi. Ma guarda un po’, lo stesso allenatore che l’anno scorso era il candidato perfetto per sostituire Mandorlini se fosse naufragata la trattativa del rinnovo..
Un altro uomo di Tullio Tinti.
Dopo il tecnico di Ravenna, Toni, Pazzini, ora è il turno di Superpippo. Un quadretto perfetto: Inzaghi in panca, Pazzini al centro dell’attacco e Toni dirigente-futuro-diesse a suggerire le mosse di mercato a Bigon. In questo modo si allargherebbe a macchia d’olio la scuderia Tinti sulle rive dell’Adige.
Altroché Baroni, Juric, Iachini o Malesani. La successione alla panchina scaligera con tutta probabilità seguirà logiche ben precise: la guida del Verona se la giocheranno, come l’anno passato Mandorlini ed Inzaghi, con il benestare del Presidente e di Barresi, (ex) braccio destro di Giovanni Gardini, sentimentalmente ancora coinvolto dalle vicende gialloblù…
Attenzione al “coup de theatre”: la storia si ripete? Andrea Mandorlini richiamato all’ovile è tutt’altro che una bestemmia. Le smentite della proprietà lasciano più di qualche perplessità. Il giochino pare essere di spendere il nome di un candidato da bruciare (Corini a gennaio ed Inzaghi ora), per far meglio digerire la scelta (ieri l’ex Chievo Del Neri, oggi la – vecchia – gloria Mandorlini). Regia: Tullio Tinti.
M.Cor.
…ma ghe lo mettito un poco de tabacco?