D’Amico due anni dopo: la scommessa è vinta

Due anni fa un inizio all’apparenza impossibile: ricostruire un Hellas moribondo alla prima esperienza da direttore sportivo e con le polemiche legate al suo mentore, Filippo Fusco, per cui lavorava già da tempo come osservatore, e contestatissimo dai tifosi gialloblù. L’anno scorso altro avvio impossibile: allenatore nuovo in sostituzione all’amato Aglietti, pochissimi soldi da spendere, piazza ancora poco convinta.

Sono passati due anni e Tony D’Amico non è ancora stimato come dovrebbe essere. Tutti i meriti, dal mercato, alla gestione della squadra, passando dalle plusvalenze, ricadono su Juric. Attenzione, nessuno vuole sminuire il tecnico croato, probabilmente uno dei migliori allenatori di sempre passati da Verona. Però anche il buon Tony D’Amico qualche merito ce l’ha. La squadra promossa in A l’anno scorso l’ha allestita lui e, se ci fosse stato un altro tecnico fin dall’inizio, avrebbe ammazzato il campionato. Faraoni a pochi spiccioli, Dawidowicz, Di Carmine e la titolarità di Silvestri sono idee sue. Come pure i vari Rrahmani, Amrabat, Verre e Pessina, sui quali non c’è alcun zampino di Juric. Sue le cessioni, mai facili, di molti esuberi frutto di scelte errate dei suoi predecessori e qualcuna anche sua, dopo la promozione in A. Sua la decisione di fare muro contro la Juve un anno fa, quando i bianconeri volevano portare a Torino Kumbulla per pochi spiccioli. Le mosse da campione sono poi le plusvalenze geniali di Amrabat e Rrahmani, che forse lontano da Juric non brilleranno allo stesso modo, e l’asta fatta partire per Kumbulla, il vero talento della retroguardia gialloblù. Il tutto in simbiosi con il tecnico, ascoltando i suoi consigli e appoggiandolo in certe scelte (cosa non scontata), accontentandolo nel mercato nonostante le scarse risorse messe a disposizione dalla società e con grande attenzione verso le serie minori, i giovani e anche il mercato estero, che anche in questo periodo sta scandagliando con attenzione.

Da anni non si vedeva un direttore sportivo del genere a Verona che, in abbinata con l’allenatore perfetto, sta facendo rivivere ai gialloblù i fasti del passato.

Damiano Conati

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