Dentro o fuori

di Enrico Brigi

Il match contro la Juventus non era certo la partita da vincere, specialmente alla luce dell’attuale situazione di classifica, c’era tuttavia una flebile speranza di riuscire a portare a casa un risultato positivo. La storia del campionato italiano vede spesso le grandi in difficoltà al rientro dalle vacanze natalizie, motivo in più, quindi, per alimentare nella truppa di Delneri l’idea di provarci, dando finalmente un bel calcio a quella cabala che vede i gialloblù uscire quasi sempre sconfitti – e comunque mai vittoriosi – dalle sfide contro i bianconeri. Il tecnico gialloblù, costretto ancora una volta a fare i conti con le troppe assenze – oltre alle solite lungodegenze si sono aggiunte la squalifica di Sala e l’infortunio muscolare last minute di Toni – ha dovuto fare di necessità virtù, mandando in campo una formazione per certi versi rabberciata ma comunque desiderosa di vendere cara la pelle. Dopo soli sette minuti il piano tattico dell’allenatore scaligero è, purtroppo, finito in frantumi, disintegrato dalla pregevole punizione del sempre bravo Dybala, che con un abile colpo a giro ha trafitto l’incolpevole Gollini. Da quel momento è stata tutta un’altra partita con i gialloblù praticamente incapaci di arrivare dalle parti di Chiellini & C. – troppo lenta la manovra in fase di ripartenza – e i bianconeri che hanno dato quasi l’impressione di voler giocare sotto ritmo senza inferire più di tanto. A dir la verità un piccolo squillo di tromba c’è stato quando Pazzini, con un apprezzabile gesto in acrobazia, ha spedito un insidioso pallone nell’angolino basso, dove solo le mani di un certo Gianluigi Buffon potevano arrivare. A mettere le cose ha posto ci ha pensato, invece, Bonucci che, lasciato colpevolmente libero di saltare in area in “terzo tempo”, ha incornato nel sette una punizione di Dybala – ancora lui – decretata senza motivo dal “casalingo” Calvarese, per un inesistente fallo di Helander sullo stesso talentuoso attaccante argentino. Nella seconda frazione di gioco i gialloblù hanno poi confermato tutti i loro limiti offensivi, senza mai riuscire a creare un’azione d’attacco degna di tal nome. In buona sostanza la rovesciata di Pazzini del primo tempo rimane l’unico tiro in porta di una certa pericolosità, decisamente troppo poco per pensare di portare a casa un risultato positivo. La consapevolezza di non poter magari fare di più ma, soprattutto, la testa rivolta già alla prossima decisiva sfida di domenica prossima contro il Palermo, hanno sicuramente influito anche se era onestamente più che lecito attendersi uno sforzo maggiore. La squadra rimane desolatamente ancorata all’ultima posizione in classifica, distante ben otto punti dalla zona salvezza e con all’orizzonte una partita che ha tutto il sapore dell’ultima spiaggia. Tra quattro giorni al Bentegodi arriva, infatti, il Palermo rientrato a pieno titolo in piena bagarre per non retrocedere dopo la sconfitta interna patita contro la Fiorentina capolista. Contro i rosanero non rimangono altri risultati che la vittoria. Il successo, oltre che essere il primo di questo campionato, rappresenterebbe una fondamentale iniezione di fiducia e consentirebbe di ridurre a sette punti il divario dai siciliani. Il match contro gli uomini di Ballardini – rimasto in sella nonostante un a dir poco bizzarro “quasi esonero” – diventa, quindi, la classica partita da “dentro o fuori” dove i tre punti rimangono l’unico risultato ammissibile. Un pari o ancora peggio una sconfitta diventerebbero la vera pietra tombale di questo sciagurato campionato e questa è un’eventualità che nessuno in tutto l’ambiente gialloblù è disposto, almeno per il momento, a prendere in considerazione…

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