Aveva il 10 nell’Hellas dello scudetto, l’8 alla Fiorentina perché il 10 era di Giancarlo Antognoni. Antonio Di Gennaro gioca in anticipo la sfida del Bentegodi tra Verona e Fiorentina. Più vicino alla panchina di Mandorlini che a quella di Montella.
Che partita si aspetta?
«Intanto sono due squadre diverse rispetto alla passata stagione. La Fiorentina qualche problema ce l’ha, basta ripensare alle ultime due sconfitte in campionato, il Verona invece sta mantenendo la posizione che aveva previsto all’inizio della stagione, anche se ha cambiato molto nel mercato estivo».
L’anno scorso 15 gol fra andata e ritorno. Sarà così anche stavolta?
«Non credo. Mi sembra che queste siano due formazioni molto quadrate. Seguii tutte e due le partite, ricordo che a facilitare quei risultati furono anche parecchi errori, da una parte e dall’altra».
Le piace la nuova versione del Verona?
«Ha più esperienza ed è più forte fisicamente. Magari è meno imprevedibile e fantasioso di un anno fa, ma sotto quest’aspetto può solo crescere con Nico Lopez e col Saviola che ho visto a San Siro con l’Inter. Chiaro che senza Jorginho, Romulo ed Iturbe qualcosa ha perso ma questo gruppo è molto solido e ha tutte le carte in regola per affrontare a testa alta tante squadre».
Ne sta risentendo anche Toni?
«Non poteva segnare 20 gol a stagione, può sembrare che al Verona manchino le sue reti ma il suo contributo alla squadra è sempre di buon livello. E mi pare che anche sotto porta si stia sbloccando, ha segnato su rigore, contro l’Inter si è sbloccato anche su azione, può essere un segnale importante».
Come valuta Tachtsidis?
«A volte rallenta il gioco, ma sa verticalizzare ed ha il tiro da fuori. Ricordo quando si mise in evidenza nel Verona di Serie B. Piacque così tanto a Zeman che se lo portò a Roma. Tachtsidis deve trovare una maggior velocità d’azione, ma credo stia pagando l’esperienza di Roma in cui l’ambiente, la maglia e la società non possono non pesare sulle spalle di un giovane».
Fonte: L’Arena