Dov’è finito? – Antonio Elia Acerbis

Faccia da rugbista, anima e cuore in campo, Acerbis arriva a Verona nel 1989. È un centrocampista importante all’epoca, perché arriva da tre anni a Roma, sponda laziale, dove ha conquistato una salvezza in B, una promozione in A e un’altra salvezza, ma nella massima serie appunto. Acerbis è un classe ’60 ed è un calciatore atipico: non ama parlare ai microfoni. Ed è lui stesso a spiegare il perché qualche anno dopo il ritiro dal calcio giocato: “Un giorno, dopo una partita, mi si avvicina un amico giornalista. “Ti faccio qualche domanda”, accetto e rispondo. Visto che si è tra amici, confido anche alcune cose che non si potevano scrivere e chiedo all’amico di non farlo. Lui mi tranquillizza. L’indomani compro il giornale e ritrovo le mie confidenze spiattellate ai quattro venti. Mi sono proprio arrabbiato e da quel giorno ho deciso che non avrei mai più parlato con i giornalisti”.

Il muto Acerbis a Verona retrocede, dopo 5 anni dal favoloso scudetto, ma l’anno successivo ritorna in A. Viene poi ceduto al Giulianova, dove disputa un ultimo campionato e a 32 anni si ritira.

Oggi vive nella sua Milano e gioca ancora in una squadra di calcio a 7, lo Sporting Trabo, con la quale partecipa al campionato amatori CSI di Milano. Ha smesso solo a maggio 2006 con il calcio a 11 nel Cologno Monzese, Prima Categoria. E tra i dilettanti conta ben 5 promozioni. Ma, una volta terminata la carriera professionistica, la leggenda narra che si sia trasferito alle Seychelles, dove ha aperto per un periodo un autonoleggio, avendo la moglie originaria delle Maldive. Se sia tutto vero non si sa, forse bisognerebbe chiederlo direttamente a lui. Sempre che gli sia tornata la voglia di rispondere…

Damiano Conati

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