Ex all’estero. Ficcadenti insegna calcio all’ombra del Sol Levante

Massimo Ficcadenti, 50 anni appena compiuti. Quanti ricordi di lui in gialloblù.

Tra l’altro il Ficca, a Verona c’è stato con ben tre ruoli diversi. Il primo, ovviamente, calciatore. Erano gli anni ’90, quelli di Gregori, Lamacchi, Fattori, Pessotto e del giovanissimo Damiano Tommasi. Oltre 130 presenze e una decina di reti con un indimenticabile numero 8 sulla schiena, che lasciò l’Hellas dopo averlo portato in A in quella meravigliosa cavalcata con Perotti in panchina e averlo riaccompagnato in B nel disastroso capitolo targato Gigi Cagni.

Bei ricordi di Ficcadenti sono rimasti a Verona anche nel secondo capitolo del suo romanzo scaligero. Stavolta la veste è quella dell’allenatore e la squadra è quella delusa del post Malesani. Il primo anno è sontuoso: esalta le doti della banda bassotti Iunco, Cossu e Rosina, dell’ariete Bogdani e dell’inarrestabile Behrami. È un Verona che sfiora la Serie A e ancora oggi si rammarica perchè qualche buon pastore decise di svendere Italiano nel mercato di gennaio, preferendogli Pizzinat, De Simone e Soligo, rompendo il giocattolo. Ficcadenti rimase alla guida del Verona per due stagioni e mezza, ma alla terza gli avevano ceduto troppi giocatori per poter essere competitivo e non ottenne risultati. Al suo posto, a stagione in corso, subentrò Ventura, lo Spezia, lo spareggio e la Lega Pro…

La terza esperienza di Ficcadenti in gialloblú, è nelle vesti di direttore sportivo, voluto dal nuovissimo presidente Martinelli. Ficcadenti lavorò per una sola sessione di mercato, quella invernale del 2009. Portò a Verona Gepi Pugliese, il francesino Rantier e non vinse le scommesse Axel Vicentini e soprattutto Simon Vanderoeght, uruguaiano che però in seguito in Sudamerica ha avuto una discreta carriera. Ma questa è una storia che racconteremo un’altra volta. Ficcadenti lasciò Verona e il nuovo ruolo, al richiamo della panchina: Piacenza, Cesena, Cagliari, fino alla telefonata dal Giappone.

Prima fermata: Tokyo, metropoli da 15 milioni di persone e il calcio da rilanciare. Il maestro Ficcadenti ci mette poco e in due stagioni centra il secondo posto in classifica. Arriva così l’ambizioso, ma non ricchissimo, Sagan Tosu, società di periferia: 70 mila persone e una squadra quasi completamente di giocatori dagli occhi a mandorla. Due anni di contratto, con la richiesta di insegnare calcio. Quest’anno per completare la rosa, Ficcadenti ha convinto l’ex cagliaritano Ibarbo, e ha chiuso il suo secondo campionato a Tosu proprio in questo fine settimana, tra l’altro con una sconfitta indolore. Il Sagan Tosu è arrivato ottavo ed è felice del grande lavoro svolto dal tecnico di Fermo. Il Tokyo, invece, ha sfiorato la retrocessione.

Ora il contratto del Ficca scadrà e per ora non c’è aria di rinnovo. Potrebbe tornare in Italia. Ad aspettarlo non c’è il Verona anche se piacerebbe rivederlo nel club di Via Belgio con qualche nuovo incarico, magari osservatore nel paese del Sol Levante per portare nuovi talenti in gialloblù.

D.Con.

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