Stefano Fanini, avvocato dell’Hellas Verona, è intervenuto ai microfoni di Radio Bellla & Monella, official radio dell’Hellas Verona. Ecco le sue principali dichiarazioni:
Fanini, nel dettaglio, cosa vuol dire questa sentenza di sospensione?
Be’ intanto siamo soddisfatti perché è un primo passo verso quella verità a cui vogliamo giungere, come ha detto bene ieri il direttore generale Gardini nella sua conferenza stampa. Parlando di cerbottane, devo dire che oggi i dardi delle nostre cerbottane erano affilatissimi, ed evidentemente siamo riusciti a fare breccia nella Corte. Dal punto di vista tecnico, è un primo step che porterà a un ulteriore supplemento di indagine da parte della Procura Federale e ad un approfondimento dei fatti che noi abbiamo contestato e che siamo certi che la nostra tifoseria non ha commesso. Credo che sia un passaggio estremamente importante, manteniamo un profilo ancora basso, ma fermo e determinato com’è stato fin dall’inizio. È stato un lavoro di squadra in sinergia con il direttore Gardini, con il segretario generale Dibrogni e con tutta la società.
Quando sarà presa una decisione finale?
Non ci sono tempistiche certe, questa fase di accertamento è stata demandata alla Procura Federale, però si può parlare, prudenzialmente, di qualche mese, per quanto riguarda esperienze di casi precedenti, seppur non di presunta discriminazione razziale. Saremo pronti ad affrontare questa nuova avventura, il secondo tempo di questa partita, fermi e determinati nel portare fino alla fine le nostre ragioni di cui siamo assolutamente convinti.
Quali sono stati i grimaldelli che avete usato per scardinare la decisione di primo grado?
I grimaldelli si sono basati su tre piani: un piano logico, uno giuridico e uno tecnico. Quello logico, che può essere richiamato e sintetizzato in quei sette punti che in maniera molto precisa il presidente Setti ha voluto portare all’attenzione di tutta l’opinione pubblica. Sette osservazioni che sono state riportate nella sua lettera aperta, a cui corrispondono una serie di incongruenze che dovrebbero far sorgere delle gravi perplessità su quello che è accaduto, o meglio che non è accaduto domenica al Bentegodi. Dal punto di vista giuridico, una serie di osservazioni fatte su un protocollo di sicurezza inadeguato e non rispettato da parte dei collaboratori della Procura. E un aspetto prettamente tecnico, in quanto siamo riusciti a produrre a tempo di record delle relazioni peritali che in termini esclusivamente tecnici sono arrivate a dimostrare che, per una questione di decibel, non è possibile che cori di tremila persone non siano uditi dalla restante parte del pubblico. E poi c’è il posizionamento dei collaboratori della Procura sul terreno di gioco…
Qual è il sentimento dell’Hellas?
Il Direttore Gardini è qui con me così come il segretario Dibrogni. Noi saremo ampiamente soddisfatti quando dimostreremo la verità, come sottolineava ieri lo stesso Gardini. Quindi diciamo che siamo in clima di moderato ottimismo, ma siamo tutti ben consci che quello avvenuto oggi è comunque un passaggio importante e obbligato per arrivare alla verità. Pensare di ottenere oggi, in prima istanza, un risultato positivo, vista anche la giurisprudenza precedente, era molto difficile. Siamo realisti, vi posso confermare quindi che siamo all’unisono moderatamente soddisfatti, soprattutto perchè permetterà alla nostra tifoseria di essere presente, e per noi è fondamentale per ottenere dei risultati.
Lei che speranze ha per il verdetto finale?
Le speranze sono ampiamente riposte nel’esito positivo, di cui siamo convinti, perché sarebbe motivo d’orgoglio per la nostra società, sarebbe il primo caso in Italia. E, come sapete, noi siamo una società ambiziosa, cerchiamo sempre di ottenere il massimo. Siamo fiduciosi e convinti che alla fine la Giustizia trionferà.