Fares: “Nel Verona ho imparato ad avere cuore e a dare tutto”

Le dichiarazioni di Fares a “Radio Bellla&Monella”:

Momo, qual è l’umore della squadra in questo momento? 

Abbiamo voglia di vincere, lavoriamo tanto e speriamo di fare risultato presto. Siamo concentrati per sabato, abbiamo iniziato a lavorare duro per preparare la partita con la Sampdoria.

Alla Primavera ti abbiamo visto giocare da attaccante, ora Delneri ti sta utilizzando come terzino, come ti stai trovando? 

Mi sto trovando bene. Certo, non è mio ruolo, ma sono a disposizione del mister e della squadra per aiutare tutti.

In generale qual è il tuo rapporto con mister Delneri? Cosa ti chiede in allenamento?

Il mister ci fa lavorare tanto sulla tattica. E a me chiede di imparare tatticamente e tecnicamente, è un grande allenatore che dà fiducia ai giovani e sono contento di sentirla nei miei confronti. 

Ritieni che il modulo di Delneri esalti le tue caratteristiche?

Sì certo, perché mi permette di spingere tanto per aiutare gli attaccanti, è una cosa che ci chiede il mister e proviamo a farla a tutti i costi. Ho qualche difficoltà a difendere, ma sto cercando di imparare al più presto per dare una mano. Difficoltà il mister non me ne crea mai, mi dà solo voglia di giocare e tanta fiducia.

Sei uno degli elementi più rappresentativi di questo Verona sempre più giovane e proiettato al futuro… 

I giovani portano tanta grinta, tanto fiato, tanta voglia di dimostrare che meriamo il nostro spazio tra i più grandi, vogliamo dare tutto. Finchè il mister ci dà la possibilità, daremo il nostro contributo per fare risultato sul campo, tutti vogliamo ottenerlo il più presto possibile. 

A proposito di questo, ormai sono passati tre anni da quando sei approdato in gialloblù, e il tuo percorso nelle giovanili è stato pieno di soddisfazioni. 

Sono arrivato a 17 anni, prima giocavo nel Bordeaux. In quel periodo sono stato contattato da un procuratore italiano che mi ha proposto un provino nel Verona, che ho accettato. Poi c’è stato il Torneo di Arco e l’Hellas mi ha confermato. Ho avuto tante soddisfazioni, soprattutto con il Torneo di Viareggio disputato lo scorso anno, in cui siamo arrivati fino alla finale. Purtroppo abbiamo perso contro l’Inter, ma ciò non toglie la soddisfazione per il risultato raggiunto con la maglia dell’Hellas.

La prima parte della stagione ti ha visto spettatore, a causa della frattura al piede. Come stai adesso, e come è stato il lungo percorso di recupero? 

E’ stato un periodo difficile, volevo tornare in campo al più presto. Ho lavorato tutti i giorni, sono stato sempre vicino alla prima squadra, anche durante le partite. Ora sto bene, ma non nascondo che all’inizio avevo paura a correre sulla gamba appena recuperata, poi con la voglia accumulata in tre mesi ho scacciato via ogni timore, era troppo forte la voglia di spaccare tutto sul campo.

Capitolo Samp: come state lavorando a Peschiera per preparare il match? 

Stiamo lavorando tanto e bene, ci crediamo fino alla fine. Tutti noi vogliamo fare una grande partita sabato, e vincerla a tutti i costi. 

I blucerchiati stanno arrancando un po’ in campionato, in un certo senso stanno facendo un campionato diverso dalle aspettative, come il Verona.

E’ vero ma non deve stupire più di tanto, nel calcio può succedere di tutto. Ora siamo ultimi, il momento è difficile per tutti ma proveremo a vincerle tutte da qui alla fine.

Ieri sera il capitano Luca Toni ha detto “lo spogliatoio ci crede e ci crederà fino alla fine”. Che partita ti aspetti, dal punto di vista mentale? 

Penso che sarà dura per tutte e due le squadre, ma noi abbiamo voglia di vincere e faremo di tutto per portare a casa il risultato.

Quali sono le differenze fondamentali fra Primavera e prima squadra? 

In entrambe le formazioni si lavora molto, in prima squadra ci sono calciatori più grandi, più maturi, con maggiore esperienza, mentre in Primavera ci sono ragazzi tra i 17 e i 19 anni. Fisicamente e come gioco e tutto molto diverso.

Sono passati quasi due anni, dal maggio 2014 in cui mister Mandorlini ti convocò per la prima volta in prima squadra. Si giocò contro l’Udinese, non ci fu per te l’occasione di entrare in campo, ma l’emozione sarà stata comunque importante…

Si, è stata una grande emozione essere vicino alla squadra per la prima volta, è stata un’emozione incredibile.

E sempre con l’Udinese, il 14 dicembre 2014, hai fatto invece il tuo vero esordio in Serie A. Sfiorando anche il gol, per non farti mancare niente…

Al mio esordio ero davvero emozionato, appena sono entrato in campo ho voluto metterci tutto quello che avevo, sono andato anche vicino a fare gol, peccato non esserci riuscito.

Cosa hai imparato vestendo la maglia del Verona?

Ho imparato ad avere cuore, a dare tutto sul campo. Verona per me è una seconda famiglia, sono molto contento di essere qua.

Con chi hai legato di più nello spogliatoio?

Sono una persona che dà molta confidenza ai compagni di squadra, ho legato un po’ con tutti, senza preferenze. Se poi mi chiedete qual è il compagno che stimo di più allora non ho dubbi: il campione, Luca Toni.

Che rapporto avevi con Pavanel? E che differenze ci sono fra lui e Mister Delneri?

 Hanno un approccio diverso, perché Delneri deve gestire grandi campioni, Pavanel invece deve farli crescere. Sono entrambi dei grandi allenatori, tutti e due hanno tante cose da insegnare, riescono a trasmettere grande voglia, sono molto bravi. 

Cosa fa Fares quando non si allena? Sappiamo che sei tifosissimo del PSG…

Vero, quando posso guardo le partite del Paris Saint-Germain. Quando non mi alleno mi concentro sulle partite importanti che ci aspettano, di prepararmi al meglio.

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