Pesante sconfitta. Ciao ciao Verona

di Enrico Brigi

Adesso è proprio finita. Quei piccoli, deboli segnali di risveglio riscontrati in occasione del pareggio di Firenze avevano illuso che questa squadra fosse veramente capace di mantenere vive le speranze di salvezza. Nella partita contro il Carpi, da tutti indicata come la classica partita da vincere a tutti i costi, i gialloblù sono, invece, incappati in una pesante sconfitta che di fatto è diventata la pietra tombale di questo sciagurato campionato. La squadra di Delneri è stata protagonista in negativo di una prestazione imbarazzante quando, per portare a casa una vittoria, sarebbe servito ben altro spirito. Davanti ad un Carpi non certo trascendentale ma accorto e molto più concentrato, i gialloblù si sono dimostrati incapaci di mettere in pratica quanto dichiarato, con molta più astuzia e bravura, in occasione delle “solite” interviste settimanali. Un primo tempo inguardabile – terminato sul punteggio di uno a zero in favore degli avversari – ed una ripresa dove l’unico sussulto è stato il pareggio di Ionita – finito nel dimenticatoio dopo pochi minuti, cancellato dalla pregevole punizione di Lasagna – sintetizzano la magra figura rimediata dal Verona. Subito il raddoppio carpigiano, gli scaligeri hanno abbozzato una timida reazione ma in campo si è vista solo tanta confusione. Nell’economia di questa sciagurata domenica hanno avuto il loro giusto peso anche alcune discutibili scelte tattiche operate da Delneri e anche l’oramai consueta direzione di gara tutt’altro che casalinga. Questo non cambia, tuttavia, il giudizio che rimane ampiamente negativo. Dopo questa inopinata sconfitta, maturata al termine di una partita dove i gialloblù mai hanno dato l’impressione di essere in grado di poterla vincere, rimane veramente poco da dire in quanto la situazione appare irrimediabilmente compromessa. Nemmeno la tifoseria gialloblù, che sino ad ora ha sostenuto la propria squadra sempre e comunque, è riuscita ad accettare questo passo falso, contestando pesantemente i giocatori all’uscita dal campo. Destinate a fare scalpore sono, inoltre, le dichiarazioni rilasciate da capitan Toni nel dopopartita che ha parlato, senza tanti mezzi giri di parole, di giocatori tecnicamente inadatti per la massima serie. In buona sostanza una retrocessione meritata. Parole dure, destinate probabilmente a creare qualche “crepa” in uno spogliatoio, non più unito come il primo giorno, che inquadrano con ineluttabile trasparenza l’attuale situazione in casa scaligera. La domanda, però, nasce a questo punto spontanea. Se la situazione è veramente questa – e guardando bene diventa quasi difficile pensare il contrario – cosa volevano dire tutte le dichiarazioni di credere nella salvezza? Solo un semplice quanto ipocrita palliativo per “tenere buona” la piazza? Domande probabilmente destinate a rimanere senza risposta. In campo ci vanno senza dubbio i giocatori ma le responsabilità non sono sicuramente solo loro. Non bisogna, infatti, dimenticare la presenza di una società che nei momenti “critici” della stagione ha dimostrato tutti i suoi troppi limiti. Anche il povero Delneri, chiamato al capezzale di un gruppo in grave difficoltà, dopo un promettente inizio, si è perso nelle sue confusioni tattiche, rivelandosi incapace di dare alla sua squadra una precisa identità ed una chiara idea di gioco. A tal proposito sarebbe interessante capire le strane dinamiche di un mercato di gennaio, avallato dallo stesso Delneri, che ha portato l’arrivo di giocatori rimasti sempre, o quasi, in panchina. Davanti ad un campionato del genere, probabilmente il peggiore disputato dall’Hellas nella massima serie durante la sua ultracentenaria storia, le colpe sono di molti e a riguardo ci sarà comunque tempo e modo per parlarne. Prima di sancire definitivamente la prossima serie B manca intanto solamente il conforto della matematica che, purtroppo, non tarderà molto ad arrivare. In vista del 15 maggio – ultima di campionato- resta l’agonia di otto lunghe giornate dove, nonostante tutto, più di qualche giocatore si ostina beffardamente ad affermare di voler onorare la maglia fino in fondo, qualunque cosa succeda. Vista la situazione, però, diventa onestamente molto difficile credere che ci sia veramente qualcuno ancora in grado di farlo….

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