Fusco ci pensa, dialoga, valuta. Sogliano è focoso, si butta, rischia. Fusco può perdere affari importanti.
Sogliano può pescare delle bufale clamorose. Con Fusco è raro avere squadre numerose con un sacco di giocatori fuori rosa. Con Sogliano arrivano tanti giocatori: alcuni buoni, alcuni impalpabili.
Fare il confronto tra i due ultimi direttori sportivi che hanno portato il Verona in Serie A è difficile: troppo diversi e con modalità di lavoro troppo lontane l’uno dall’altro per poter essere paragonate.
Adesso che apre il calciomercato, forse il tifoso preferirebbe uno come Sogliano che portava a Verona ogni estate una dozzina di giocatori, ma a conti fatti anche la politica del dialogo, dell’attesa e dell’operazione mirata di Fusco può portare i suoi frutti.
Con l’avvocato napoletano difficilmente si vedranno a Verona colpi alla Gonzalez (2,5 milioni) e nemmeno le scommesse vinte (Ionita, Sala, Gollini) o perse (Kiakis, Memolla, Cirigliano) di Sogliano.
Però ci sono aspetti che accomunano i due. Entrambi cercano giocatori forti da rilanciare e guardano il mercato internazionale: il Romulo di Sogliano è il Bessa di Fusco, tutti si aspettano ora il nuovo Iturbe o il nuovo Toni.
Certo è che arriveranno pochi giocatori: acquisti mirati, pochi rischi, poche scommesse. Quel che conta è il risultato finale: la salvezza del Verona.
Damiano Conati