Gardini: “Sviluppiamo il brand Verona”

Foto: Giovanni Gardini (Fonte: L'arena.it)

Le dichiarazioni del direttore generale gialloblù, Giovanni Gardini, rilasciate durante la trasmissione “Vighini Show”, in onda su Telenuovo direttamente dall’Hellas Kitchen e condotta dal giornalista Gianluca Vighini.

VERSO VERONA-MILAN
“La sfida contro il Milan? E’ una partita complicata. Veniamo da un bel risultato contro il Cagliari, questo ci dà morale. Ci sono delle difficoltà, abbiamo avuto diversi calciatori impegnati con le Nazionali, ma speriamo che possa essere una festa per i nostri tifosi. Mi auguro di vedere allo stadio 26-27mila persone allo stadio. Ionita? E’ stato il nostro primo acquisto, questa è la dimostrazione che se lavori per tempo e fai lavorare le persone i risultati arrivano”.

LA MIA AVVENTURA A VERONA
“Sono stato chiamato dal presidente Setti, abbiamo trovato subito sintonia che quotidianamente ci trasferiamo. Che pensiero c’era su Verona? Verona poteva dare molto di più di quello che aveva dato negli ultimi anni, ma era fiore all’occhiello per passione e tradizione. Dall’esterno si vedeva che la società era qualcosa che viaggiava per conto proprio, non c’era ancora un progetto a lungo termine, ma si intravedeva la passione e la voglia di fare bene. A dire il vero già il presidente Giovanni Martinelli mi aveva già contattato un anno prima per venire a Verona ma poi l’affare è sfumato, anche se i rapporti sono rimasti molto buoni. Era stato Andrea Mandorlini a fare il mio nome”.

NON MI PIACE APPARIRE, E RAFA MARQUEZ…
“Il mio ruolo? Non mi piace apparire, i protagonisti sono altre figure che hanno responsabilità maggiori. Devo avere una capacità astratta. Il direttore generale deve essere una persona che media e non decide, può sembrare una contraddizione in termini ma non lo è. Il mio compito è quello di trovare una collaborazione con tutti. Come funziona la triade Setti-Sogliano-Gardini? C’è rispetto per i ruoli, stima professionale, ognuno rispetta il lavoro reciproco, il confronto e il dialogo sono periodici, quotidiani. Mercato? No, il mio compito è far quadrare I numeri. L’affare Rafa Marquez? E’ stato un capolavoro di organizzazione tecnica e societaria, hanno lavorato 12 persone tra Messico, Spagna e Italia per portarlo a casa. Il marchio Verona in Messico? L’obiettivo non è soltanto quello di penetrare maggiormente nel territorio, ma anche quello di avere una maggiore visibilità all’estero e a livello nazionale. In Messico è un’icona, una personalità, ha dei valori assoluti fuori dal comune. Quando ti guarda mostra una sicurezza e una determinazione di giocatore e di uomo che sono fuori dal comune. E’ una persona molto rispettosa, ma tutto il gruppo lo è. Jankovic l’ha detto alla nostra radio, è quella la nostra forza: quando tutti, squadra e staff, ci prendiamo per mano, possiamo andare lontano”.

IL NOSTRO STADIO
“L’apertura dei nuovi settori? Si è trattato di un eccellente lavoro da parte dell’Hellas Verona, che ha coinvolto più di 30 persone tra interni ed esterni. Da fuori può sembrare un lavoro semplice, ma non lo è stato affatto. Ci sono vincoli, necessità di autorizzazioni, c’è il CONI, l’USL, i commercianti, i Vigili del Fuoco, la Questura. Fortunatamente la società è in buoni rapporti con tutti, ci siamo presi per tempo facendo i sopralluoghi adeguati, intavolando un rapporti che ci ha consentito di sapere per tempo quali erano le problematiche che dovevamo affrontare. E’ stato un lavoro molto oneroso ma lo dovevamo fare, l’avevamo promesso ai nostri tifosi e alla città. Ci siamo presi un impegno e l’abbiamo portato a termine. Finalmente in occasione della partita con il Milan abbiamo l’opportunità di vendere 3600 biglietti in più. Abbiamo aperto mercoledì e ne abbiamo già venduti mille tra Parterre e Curva Est. I prezzi di quest’ultima saranno gli stessi della tradizionale Curva Sud. Ristrutturare il Bentegodi? Considerate che per demolirlo occorrerebbero 6-7 milioni. La zona del Bentegodi è quella ideale, in italia non ci sono risorse tali da costruire stadi ex novo. Proviamo a rendere più accogliente il nostro stadio. Flop non aver raggiunto i 16.000 abbonati? No, si valuta sul lungo periodo, con le presenze totali allo stadio. Siamo settimi in Serie A dopo le grandi squadre, non è un brutto risultato quello della campagna abbonamenti”.

VERONA, QUANTO MERCATO DA CONQUISTARE
“I 6 milioni che prendiamo dal ticketing hanno valore altamente significativo, le altre nostre consorelle non arrivano ai nostri numeri. Questo per noi è un valore assoluto che ci permette di fare cose che altrimenti avrebbero bisogno dell’intervento di altre forze, come quella dell’azionista. Il territorio veronese ha grandissimi imprenditori, forse vedono il calcio non con il giusto occhio, c’è bisogno di molto tempo per cambiare mentalità: bisogna cercare di avere più visibilità in Italia e all’estero. Non dimentichiamo un particolare: più stadio è visto pieno, maggiore è la possibilità di penetrare in certi mercati. Le televisioni hanno bisogno di vedere stadi pieni, per questo ci fanno giocare spesso posticipo e anticipo, come nel caso del prossimo impegno in campionato contro il Napoli. I nostri tifosi non sono come tutti gli altri, sono splendidi e riempiono il Bentegodi senza problemi e questo è un dato di fatto. Quanti soldi porta Sky a Verona? Parliamo di 28, ad incrementarsi. Ora abbiamo più biglietti da vendere, devo trovare modo di massimizzare spettacolo che è unico. La partita visto allo stadio ha un valore che la televisione non può darti ovvero quello di vedere i tuoi beniamini dal vivo. Il “tesoretto” di Iturbe? Lo abbiamo pagato 15 milioni di euro il 21 maggio, poi lo abbiamo venduto ad una cifra superiore alla Roma, che provvederà a versare il pagamento in tre annualità, ora ho soltanto la plusvalenza economica. Quindi, per godere di questo fantomatico tesoretto, dovremo aspettare ancora”.

NIKE E CENTRO SPORTIVO
“Siamo entrati nella galassia Nike, ora siamo il tester per l’Italia. La nostra seconda maglia è stata considerata la migliore divisa away d’Europa. Lo store che abbiamo aperto ha visto entrare 400mila persone, sono stati venduti 100mila capi e 11mila maglie. Dal 10 agosto, giorno di presentazione della nuova maglia, i tifosi ne hanno acquistate 5mila. Inoltre, abbiamo aperto nuovi canali come l’e-commerce e abbiamo registrato addirittura l’arrivo di un ordine dall’Australia. Attualmente stiamo trattando con lo sponsor tecnico per il prolungamento del contratto, che scade in 2017. L’importante è dare l’immagine di una società credibile quando diciamo una cosa poi la facciamo e questo si traduce in segnali positivi. Centro sportivo? La strada è ancora lunga, non si può pensare ad una stagione sola, il tutto è strutturato per avere progettualità future. Il marchio di questo Verona? Dobbiamo valutare le cose da fare per far crescere la società. Modello Atalanta? Dobbiamo fare una valutazione tecnica. Per fare come i bergamaschi ci vogliono 15 anni, ora facciamo fatica a trovare un’area per il centro sportivo. Noi vorremmo farlo a Verona, soprattutto per il Settore Giovanile, altrimenti sarebbe un problema logistico. Ci sono undici pulmini che girano per il Veneto. C’è un percorso, ma ci vuole molto tempo”.

TIFOSERIA MERAVIGLIOSA
“Abbiamo una tifoseria meravigliosa, hanno un attaccamento alla maglia stupendo e quando i supporters ospiti vengono al Bentegodi nessuno si fa male. Le Forze dell’Ordine e le strutture funzionano bene. Purtroppo però, quando ti mettono addosso una targa, toglierla è impossibile. L’etichetta te la pulisci con il comportamento, tranne qualche caso isolato la nostra tifoseria ha tenuto comportamenti esemplari. Certo, se lavori tanto puoi sbagliare, se stai fermo non succede niente. Come viene percepito Verona al Palazzo? C’è molta considerazione. Ci vogliono bene tutti, contro il Cagliari c’era addirittura l’amministratore delegato di Sky (Andrea Zappia, ndr) e queste cose non succedono in tutte le società. La rivalità col Chievo? Non la sento, siamo su binari diversi. E’ una squadra come tutte le altre che partecipa al campionato”.

IL MIO FUTURO A VERONA
“Gardini, Sogliano e Mandorlini scadono nel 2015? Non è importante il tempo oppure il contratto, l’importante è godere della stima e del rispetto. Intanto facciamo punti, poi si vedrà. Il nostro allenatore è stato penalizzato per il carattere sanguigno ma ha trovato persone che possono essergli amiche e metterlo in condizione di fare bene il suo lavoro. Io credo che quando le parti vogliono avvicinarsi riescono a farlo realmente. Ha capito che la società era cambiata e lui è stato valorizzato nel suo lavoro. Hanno preso una pietra grezza e l”hanno trasformata in diamante puro”.

SCUDETTO, 30° ANNIVERSARIO
“Iniziative per il trentennale dello Scudetto? Stiamo preparando un percorso ben specifico che coinvolge anche Nico Penzo e tutta l’associazione degli ex calciatori. Per noi è molto importante e vogliamo realizzare delle iniziative per il 12 maggio o per la partita contro la Juventus. Vedremo”.

Ufficio Stampa

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