Finisce al 29′ del secondo tempo il sogno del Verona di strappare almeno un punticino all’Olimpico di Roma. La formazione dell’Hellas, che all’inizio aveva destato più di qualche perplessità per il modulo (4 5 1 che si trasformava spesso in 6 3 1 – con Gomez e Jankovic che retrocedevano sui terzini) e per lo spirito che sembrava rinunciatario, si scopre invece, via via che passano i minuti, sempre più solida. La “linea Maginot” preparata dal mister Mandorlini sembrava avere più di qualche fondamento soprattutto quando i suoi ragazzi ripartivano in contropiede e mettevano in difficoltà i riflessi di Morgan De Sanctis, oggi tutt’altro che spettatore del match. Un Muro, quello gialloblù che resisteva e che poi viaggiava forte sui polmoni e sul buon tocco di gente come Brivio, Tachtsidis o Obbadì. Un Verona che purtroppo, complice una Roma davvero tosta, se ne torna a casa senza punti ma con la consapevolezza di aver disputato una grande partita. Molto buona la prestazione del vice Toni Nenè, oggi titolare inaspettatamente.