Hallfredsson: “Difendendo meglio e facendo un gol in più si vince..”

Emil Hallfredsson, centrocampista dell’Hellas Verona, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Radio Bellla&Monella, radio ufficiale Hellas Verona. Ecco le sue principali dichiarazioni:

Il momento non è facile, come sta il Verona?

La squadra sta soffrendo questa situazione. Stiamo lavorando tanto per trovare la vittoria, domenica ci proveremo contro la Sampdoria. C’è tanta voglia, alcuni di questi pareggi potevano essere vittorie, siamo anche stati sfortunati. Ma più che di sfortuna bisogna parlare di lavoro, di trovare la vittoria.

 

Quando le cose non vanno bene si tende a dare la colpa ai singoli…

Gli errori li fanno tutti, non è colpa di uno o due se non abbiamo ancora vinto. Non è bello dare la colpa a qualcuno, ci dobbiamo prendere le nostre responsabilità e credere davvero che possiamo vincere.

 

Come ti spieghi i gol che arrivano nel secondo tempo, quasi sempre in rimonta?

Per me la sfortuna non esiste, si è artefici del proprio destino. Non ho una spiegazione per i gol presi, magari la avessi. Bisogna solo difendere meglio e attaccare meglio per fare un gol più degli avversari, così si vince. Non c’è una spiegazione specifica.

 

Com’è cambiato il centrocampo del Verona dall’anno scorso? Compagni nuovi, rinforzi di qualità…

Abbiamo preso Viviani al posto di Tachtsidis, che è un giocatore un po’ diverso. E’ stato infortunato a lungo e ora ha ancora qualche problema, non ci voleva. Poi ci sono Sala, Greco, Ionita e tutti gli altri, per me abbiamo un centrocampo forte. In certi momenti siamo stati in pochi a causa degli infortuni.

 

Contro la Sampdoria i pronostici sono contro, ma il Verona deve dare un segnale importante.

Il mio pronostico? Vinciamo. Mi immagino già la vittoria, io ci credo.

 

Mandorlini ha detto che più si soffre più è bello quando si esce dalla crisi.

Sono d’accordo col mister, quando si esce da queste situazioni è bello guardare indietro e ricordare le difficoltà lontane. Sono sicuro che andrà così.

 

E tu come stai?

Mi sono ripreso bene, ora è tutto alle spalle. Sono al 100%, prima non era così.

 

Contro l’Udinese è arrivato qualche fischio comprensibile. Cosa chiedete ai tifosi?

Il loro supporto, che c’è sempre stato. Domenica è arrivato qualche fischio, ma erano pochissime persone. Ci tengo molto, con il tifo arriva la vittoria.

 

Com’è cambiato questo Verona dagli anni della Lega Pro ad oggi?

E’ cambiato tantissimo, ci allenavamo a Sandrà, non c’era la palestra, non era come a Peschiera. A Sandrà eravamo come una famiglia, là abbiamo fatto la storia. Ora è un po’ tutto più professionale, la società è cambiata ed è tutto dovuto al fatto di essere in Serie A.

 

Perché hai accettato di scendere in Serie C? Pensandoci oggi sembra scandaloso.

A Reggio Calabria ero in difficoltà, non giocavo, stavo quasi morendo (ride, ndr). La scelta era tra la B a Reggio e la C a Verona, ma là non mi sentivo bene. Per giocare bene bisogna stare bene. Una bella sfida, ma ho fatto questa scelta e sono contento di averla fatta.

 

Quando salivi di categoria ti sentivi pronto al salto, o non sapevi se saresti stato all’altezza?

La promozione dalla Lega Pro alla Serie B è stata la più bella. In Serie A è una sfida continua, per dimostrare di dimostrare di meritare la categoria, di anno in anno. Lotto sempre per aiutare il Verona a salvarsi e restare su questi livelli.

 

Capitolo Islanda, un traguardo storico, cosa ti aspetti dall’Europeo?

Sarà la prima volta nella storia, sarà sicuramente molto bello la prossima estate. Andremo per divertirci, magari potremmo essere la sorpresa. Al momento però penso solo al Verona.

 

La crescita dell’Islanda può essere un esempio per la Nazionale italiana?

L’Italia per me è una squadra forte, ha vinto il proprio girone. Spero di trovarmela nel gruppo agli Europei. Sarebbe bello giocarsela con loro e vedere come la affronteremmo.

 

Le tue passioni?

Sto molto a casa, vivo in centro. Sono tranquillo, ogni tanto esco a mangiare, ma vivo una vita come quella di tutti.
ASK

 

?Sei anni al Verona non sono pochi, dalla Serie C alla Serie A… Qual è il più bel ricordo che hai di questo lungo periodo?

La promozione in Serie B, a Salerno. Era una grande sfida, anche per me che ero sceso di categoria.

 

? Cosa manca alla squadra per tornare a vincere e risalire la classifica?

Bisogna vincere. E per vincere occorre prendere meno gol e farne di più, niente di complicato. Chi fa un gol più degli altri vince.

 

?Secondo te cos’è che manca alla squadra per portare a casa la prima vittoria. E’ perché manca Toni o serve più allenamento?

La responsabilità di tutti. Luca ci manca, ma le partite le possiamo vincere anche senza di lui. I gol stupidi li possono prendere tutti, noi dobbiamo semplicemente migliorare.
?Cosa ne pensi di Mandorlini?

E’ il sesto anno che sono con lui, gli devo molto. Per me è un allenatore fortissimo: un anno di C, due di B, tre di A, non ci sono dubbi che sia l’allenatore giusto per noi. Conosce tutto l’ambiente di Verona, le potenzialità dei suoi giocatori, è fondamentale.
Resterai a vivere a Verona anche alla fine della tua carriera?

L’Islanda mi manca e ho sempre detto che tornerò là quando smetterò di giocare, però vedremo, dipende da cosa farò qui a Verona.
Secondo te c’è qualche tuo compagno dell’Islanda che potrebbe giocare nel Verona?

Sigurdsson è una punta molto brava, abbiamo svariati giocatori che potrebbero giocare nell’Hellas Verona.

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