I denari incassati (o risparmiati) per i riscatti di giugno

Da più parti in queste ore, i tifosi del Verona si sono lamentati sul web perché i soldi delle recenti cessioni dell’Hellas finiranno nelle tasche di Setti.

Non esistono però prove in merito nemmeno guardando i bilanci passati dove non c’è una voce che riguarda introiti personali del presidente, che non ha nemmeno uno stipendio. Inoltre Setti in una recente intervista ha dichiarato che tutti i soldi che entrano, sono reinvestiti nel Verona. Ciò premesso, il mercato di Fusco, che ha indebolito la squadra, soprattutto a centrocampo, va letto nel medio-lungo termine. A giugno il Verona avrà l’obbligo di riscattare Ferrari per tre milioni di euro, Büchel e il diritto di riscatto di Vukovic per 2,5 milioni. Se vorrà potrà riscattare anche Boldor ed Heurtaux. Discorso a parte per Verde che potrà essere riscattato, ma quasi sicuramente poi verrà ricomprato dalla Roma che ne detiene il diritto di controriscatto.

Quindi praticamente tutte le decisioni di questo calciomercato invernale che hanno fruttato plusvalenze, dal milione per Torregrossa a quello per il prestito di Bessa, dalla cessione definitiva di Zuculini allo stipendio risparmiato per Pazzini, potranno o dovranno essere reinvestiti a giugno per i riscatti.

Diverso il discorso degli 800 mila euro che la Lazio ha girato per Caceres e che sono stati utilizzati per i prestiti di Matos, Petkovic e Boldor.

Un mercato al risparmio, dunque, ma il Verona non ha mai nascosto il fatto che il presidente non vuole scucire soldi di tasca propria, come non se ne vuole intascare, e che la società deve sopravvivere con le proprie gambe. Impresa molto difficile, ma che l’avvocato Fusco sembra aver compiuto. Anche se a discapito dei risultati sportivi, con una squadra penultima e che arranca terribilmente in Serie A. Ma questo è un altro discorso.

D.Con.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

*