Il bicchiere mezzo pieno

di Enrico Brigi

Il rocambolesco pareggio ottenuto contro l’Inter è la classica partita dove esci dallo stadio “lacerato” nell’animo da sentimenti diametralmente opposti. Da una parte la soddisfazione per il punto ottenuto contro una squadra imbottita di campioni, attualmente terza in graduatoria, dall’altra il forte rammarico per non aver centrato l’intera posta, dopo il doppio vantaggio raggiunto ad inizio ripresa. La cosa che più conta è, tuttavia, un’altra. La partita disputata contro i nerazzurri conferma la costante crescita della squadra di Delneri. I gialloblù, oltre a lanciare inequivocabili segnali di vitalità dal punto di vista atletico e psicologico, risultano finalmente in possesso di una precisa idea di gioco, indubbio merito del lavoro svolto durante queste settimane dal tecnico friulano. Davanti alla squadra di Mancini, arrivata al Bentegodi per fare bottino pieno, necessario per non complicare ulteriormente l’obiettivo Champions League – lo scudetto sembra oramai essere diventato una questione a due tra Napoli e Juventus – il Verona è sceso in campo per nulla intimorito dal blasonato avversario, caricato a mille anche dal recente successo infrasettimanale ottenuto contro l’Atalanta. L’esito finale di tre reti per parte è l’estrema sintesi di una bella partita, piena di emozioni, dove il risultato è rimasto in bilico fino alla fine. Finito sotto dopo nemmeno dieci minuti, l’undici scaligero con una reazione da grande squadra è riuscito nell’impresa di ribaltare il risultato a proprio favore, fissando il punteggio sul tre a uno quando mancava meno di mezz’ora al termine. Tre reti su tre palle da fermo calciate con il contagiri dal bravo Marrone. Quando il secondo successo consecutivo sembrava pronto a prendere forma è arrivata, purtroppo, come una doccia fredda, la rimonta interista. Due reti giunte entrambe da due traversoni dalle fasce laterali dove la retroguardia gialloblù non è apparsa del tutto impeccabile. Sul risultato finale, tuttavia, pesa come un macigno l’occasione gettata clamorosamente al vento da Gomez giusto qualche minuto prima del pari nerazzurro, che se concretizzata avrebbe probabilmente messo in ghiaccio il match. Ricevuta la palla sui sedici metri, al termine di un ficcante contropiede, l’attaccante argentino ha cercato un’improbabile conclusione a giro di prima intenzione, gettando all’aria un vero e proprio “rigore in movimento” , scatenando la giustificata disapprovazione dell’intero stadio. Il merito più grande della compagine di Delneri è stato quello di non accontentarsi del pari – visto l’avversario e vista come si era svolta la partita ci poteva anche stare – ma quello di cercare con ancora più orgoglio di raggiungere un nuovo vantaggio. Le occasioni capitate nel finale sui piedi di Gilberto e Romulo sono la dimostrazione lampante di quanto il Verona sia andato nuovamente vicino all’impresa. Il punto ottenuto contro la squadra di Mancini consegna al popolo gialloblù una squadra viva e, contrariamente alla precedente gestione, in grado ora di mostrare sempre un atteggiamento propositivo, caratterizzato più dalla voglia di vincere che da quella di non perdere. Una scelta sicuramente audace che comporta l’assunzione di rischi ben precisi ma visto lo sfidante obiettivo da raggiungere non potrebbe essere altrimenti. Riavvolgendo il film dell’incontro spiace, invece, rimarcare la direzione del Sig. Giacomelli di Trieste, autore di un arbitraggio decisamente a senso unico che ha condizionato oltremisura diverse situazioni di gioco. Passi per il millimetrico fuori gioco di Icardi in occasione della seconda marcatura nerazzurra, ma la lunga serie di decisioni prese sempre nella stessa direzione – su tutte il mancato secondo giallo ad un nervoso Felipe Melo che avrebbe lasciato in dieci l’Inter già prima del riposo – solleva più di qualche ragionevole rammarico. La squadra di Delneri, tuttavia, si è dimostrata più forte anche di questo, a conferma del livello di crescita raggiunto. La corsa verso la salvezza rimane stramaledettamente complicata tuttavia i gialloblù hanno confermato davanti alla loro gente di avere l’intenzione e, soprattutto, la possibilità di giocarsi le proprie carte sino in fondo. Il bicchiere, senza ombra di dubbio, rimane mezzo pieno…

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