Il Verona prima di tutto. Fiducia nel nuovo corso

Pochi ma buoni. Riduzione della rosa da 27 a 23 giocatori e modifica della struttura societaria da orizzontale a verticale. Il nuovo corso di via Belgio prende piede e prevede un’inversione di rotta non indifferente: poteri al vertice e guida tecnica maggiormente coinvolta nelle scelte di mercato, per ovviare ad incomprensioni alla Saviola e per avere meno spese superflue nel monte ingaggi complessivo. In buona sostanza un Verona concentrato nelle decisioni del plenipotenziario diggì Giovanni Gardini, con la supervisione dell’allenatore – chiunque esso sia – che dovrà avvallare acquisti e cessioni. Il tutto con la ratifica finale del Presidente Setti, da ora in avanti attento a quei bilanci che nella stagione attuale hanno palesato un disavanzo mal digerito. “L’Hellas è un’Azienda – precisò al “Vighini Show” il Patron di Manila Grace qualche settimana fa – e come tale deve fare utili. Se non arrivano significa che dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare meglio”. Dichiarazione tagliente come una lama, quasi una sentenza che non lascia scampo ad interpretazioni. Idee chiare e un guanto di sfida per il futuro: “La materia prima sulla quale una Società di calcio lavora sono i giovani – chiosò ancora Setti. E l’Hellas ha il dovere di provare a lanciarne il più possibile”. L’interruzione delle strategie precedenti è brusca e di primo acchito può essere incasellata alla voce ridimensionamento. In realtà la correzione in corsa delle logiche interne ottempera al sacrosanto diritto (che poi è anche un dovere nei confronti dei tifosi) di tenere in equilibrio le risorse del club, senza rischiare pericolosi “crack” finanziari (vedi caso Parma). Da qui la mia personale ammissione di colpa: per primo guardai con diffidenza ai proclami del nuovo corso. E lo scrissi senza girarci attorno. Oggi invece, pur continuando a ritenere la Società in palese ritardo sulla programmazione del prossimo campionato, ritengo sia più intelligente fare un passo indietro e concedere il beneficio del dubbio a chi sta sul ponte di comando da ormai tre anni. Dopo l’epopea degli anni ’80, questa dirigenza ha dimostrato con i fatti di essere la più affidabile. Con Setti l’Hellas è tornato nella massima categoria ed ha disputato due stagioni onorevoli. La visione d’insieme mi obbliga quindi ad avere un po’ di pazienza e a correggere il tiro senza sparare a prescindere. Oculatezza ed intelligenza negli investimenti rappresentano un mantra ineluttabile anche per alcune grandi squadre, figuriamoci per il Verona: numeri alla mano, nella stagione attuale mister Mandorlini ha utilizzato con il contagocce non solo Saviola, ma anche Fernandinho, Campanharo e Brivio. Per non parlare di Nenè e Luna che a gennaio sono stati spediti in serie B allo Spezia. Comprimere la spesa ed adeguarsi ad una politica prima di tutto di sopravvivenza di questi tempi è indispensabile. Far quadrare i conti è una necessità imposta da dinamiche economiche che a qualsiasi latitudine impongono attenzione e lungimiranza negli investimenti. Avere in rosa 16 giocatori graditi all’allenatore e 7 giovani da lanciare non è un azzardo ma un assegno circolare per le casse del club. E se Mandorlini sarà ancora l’allenatore del Verona, alla luce delle maggiori responsabilità di cui verrà investito, è possibile ipotizzare come la Società si muoverà sul mercato, partendo proprio dagli elementi già in rosa: Toni, Gollini e Sala (salvo offerte irrinunciabili) intoccabili. Tachtsidis e Valoti verranno riscattati. Gomez e Jankovic rinnoveranno. Greco, Pisano, Marquez e Moras resteranno per vincoli contrattuali. Via invece Marques, Brivio, Sorensen, Campanharo, Obbadi, Lopez e Saviola. Ballano infine le posizioni di Rafael, Benussi, Agostini, Martic, Rodriguez, Lazaros e Fernandinho. I nuovi inserimenti? Zampano, Fares e uno tra Torregrossa e Cappelluzzo per esempio. Affiancati da gente d’esperienza che crei il giusto mix e centri ancora una volta la permanenza in serie A. Per Riccardo Bigon, neo diesse gialloblù, c’è già parecchio da fare: lui sarà il trait d’union tra le esigenze del Mister e gli ordini impartiti dai piani alti di via Belgio. Non propriamente un ruolo marginale e facile da ricoprire. Ma di sicuro saprà mediare e non far rimpiangere chi lo ha preceduto.

Michele Coratto

Michele Coratto si diploma al Liceo Classico “Scipione Maffei” e si laurea in Scienze della Comunicazione a Verona. Giornalista dal 2011, collabora con la Redazione Sportiva de L'Arena ed è Direttore Responsabile di Hellas News.

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