Il Verona si specchia e non si piace

La serie B riserva sorprese: l’epoca in cui non ce n’era per nessuno ha lasciato spazio ad una nuova fase, sudata, difficile e meno redditizia. I tredici gol incassati in quattro gare hanno alzato il livello di guardia generale consigliando un atteggiamento meno spavaldo e forse al limite del pauroso.

L’aria è talmente cambiata che la squadra si è messa a difendere bassa – lo ha ammesso anche Mister Bucchi – con avversari che invece prendono coraggio e capiscono che possono far male.

L’involuzione della Fiducia e la Paura di non essere quegli schiacciasassi che si credeva è reale. Un Verona che davanti allo specchio non solo non si piace ma di fronte alla sua immagine riflessa rimane attonito e non si fa ancora più bello.

Certo, quando gira male, non si incastra nulla. Così i gialloblù lasciano per strada punti su punti e si interrogano se siano davvero i padroni della cadetteria.

Una crisi d’identità che appare a sprazzi: episodi che gelano il sangue nelle vene di Pecchia, spettatore inerme dei due gol perugini. 

Disattenzioni che costano care: il + 4 sul Frosinone resta un’utopia e l’incubo di aver perso lo smalto dei giorni migliori incupisce l’ambiente.

L’Hellas subisce da calci da fermo e ha problemi di testa. Lo psicologo Pecchia dovrà interrogarsi e capire cosa succede. C’è un campionato da vincere.

M.C.

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