Indecorosi

Il nervosismo tracima a metà della prima frazione, quando su out di Caceres, nessun gialloblù si smarca. Tutti fermi. Quel fotogramma, assieme al terzo gol di Astori, che passeggia indisturbato in area, incorniciano il quadro.

Che la “manita” scaturisca dopo due grossolane ingenuità di Nicolas, incappato dopo Napoli nel secondo scivolone stagionale, è relativo. Alla peggio il portiere si cambia. L’atteggiamento è un po’ più difficile. Il Verona di ieri era tale e quale ad una squadra rassegnata e conscia dell’inferiorità. 

Ad oggi la salvezza all’ultima giornata non è alla portata. Consoliamoci che la Caporetto con la Fiorentina non è una sentenza. Preoccupa però lo sguardo dei gialloblù, smarrito ed impaurito, che non rassicura nemmeno il tifoso più ottimista. 

L’imbarcata assume un sapore amarissimo alle voci di un nuovo paracadute da 25 milioni di euro in caso di retrocessione. Terribile metterla sul piano economico prima ancora che su quello sportivo, soprattutto perché paventando l’entrata di bilancio si ipotizza il fallimento agonistico dopo appena tre turni di campionato. 

L’effetto è devastante. La proprietà di patron Setti deve farsi sentire (non solo con comunicati), dare un segnale, soprattutto dopo le inchieste della stampa nazionale sulle presunte ingerenze di Gabriele Volpi.

Sospetti, dietrologie e risultati al limite dell’oltraggio minano la serenità e creano similitudini con la peggior epoca di pastorelliana memoria. Il campionato del Verona è già diventato una bomba ad orologeria e la Società ha il dovere morale di disinnescarla.

Michele Coratto

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