Nulla è più odioso e intollerabile dei cori razzisti intonati dentro uno stadio, qualunque sia lo stadio, la città, la tifoseria. Stangare i razzisti è una benemerenza civile.
Invece, non sta né in cielo né in terra criminalizzare un’intera tifoseria che razzista non è, come non lo è la città alla quale questa tifoseria appartiene. Perché un conto è la responsabilità penale individuale di chi infrange la legge e deve pagare, un altro è la strumentalizzazione di un episodio smentito dai fatti.
Ecco perché il Verona ha ragione e fa bene a protestare duramente contro la chiusura della Curva Sud dello Stadio Bentegodi per un turno. La sanzione è stata comminata dal giudice sportivo sulla base del rapporto dei tre inviati della Procura Federale in occasione della partita persa con il Milan.
Nel rapporto “si attesta che, al 30° ed al 41° nel primo tempo, circa 3.000 sostenitori della società scaligera, collocati nel settore dello stadio denominato “Curva Sud” occupato complessivamente da circa 5.000 persone, avevano indirizzato al calciatore Muntari, ogniqualvolta entrava in possesso del pallone, il coro “uh, uh, uh” distintamente percepito in altri settori dello stadio”.
Bene, anzi male. Sul sito dell’Hellas ci sono tre video tre che, minuto per minuto, smentiscono le affermazioni del Giudice Sportivo. Ferma restando la curiosità di sapere come abbiamo fatto i segugi federali a contare “i circa 3.000 sostenitori” nella Curva Sud occupata complessivamente “da circa 5.000 persone”, individuando a uno a uno i presunti cantanti dei cori definiti razzisti visto che, ricorda l’Hellas, “nessun addetto ai lavori, nessun tifoso, nessun rappresentante delle forze dell’ordine, né la società Milan, né il tesserato rossonero Sulley Muntari, né gli organi di stampa presenti allo stadio, il giorno della partita e nei giorni successivi, hanno avvertito o sollevato la benché minima volontà di parlare di un fenomeno di tale importanza”.
Vedremo se il reclamo d’urgenza presentato dal Verona avrà successo. Se così fosse, qualcuno dovrebbe sparire o quantomeno dimettersi in seno a quella stessa giustizia sportiva che, in materia di lotta al razzismo, il 26 agosto scorso ha archiviato la posizione di Tavecchio .
Il procuratore federale Palazzi dopo un mese e un giorno trascorso a ponzare, ha messo nero su bianco che non esistevano rilievi a carico del presidente Figc “sia a livello oggettivo sia a livello soggettivo”. Nonostante il non ancora capo del calcio italiano, il 25 luglio, a Roma, avesse dichiarato: “Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare. Invece noi in Italia diciamo che Optì Pobà è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così… In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree”.
Il 7 ottobre scorso, invece, l’Uefa ha squalificato per 6 mesi Tavecchio, vietandogli di partecipare al lavoro delle commissioni della federcalcio europea e al congresso che, nel marzo 2015, molto probabilmente rieleggerà Platini. Naturalmente, Tavecchio non si è dimesso e i suoi reggicoda si sono affrettati a dichiarare: non di squalifica si tratta, ma di inibizione. Avessi detto.
En passant, il 26 settembre scorso, a Milano, il consigliere federale Claudio Lotito, sponsor, grande elettore, amico, sodale di Tavecchio, ha dichiarato: “Marotta? Con un occhio gioca a biliardo e con l’altro segna i punti”. Oggi è il 22 ottobre, sono trascorsi 26 giorni e non risulta che la Procura Federale, Palazzi o chi per lui abbia deferito il tesserato Lotito per le ributtanti parole pronunciate contro un altro tesserato. Per non dire del silenzio assordante del presidente federale.
In due giorni, invece, i tifosi del Verona sono stati stangati, nonostante ci siano tre video che smentiscano le accuse mosse nei loro confronti. Dovendo scegliere fra il Palazzo e i tifosi del Verona, noi stiamo tutta la vita con i tifosi del Verona.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com