di Damiano Conati
In attesa di capire cosa accadrà nella stanza dei bottoni, andiamo ad analizzare a mente fredda la grigissima partita con il Bologna e la situazione gialloblù. E purtroppo ci troviamo costretti a dire sempre le stesse cose.
Ci scusino i lettori, ma i problemi sono ripetitivi: posizione dei difensori errata sulle scorribande laterali degli avversari, gioco impostato solo su Toni, che però non c’è, gambe che tremano e giocatori mentalmente bloccati.
La colpa è di tutti, come dicono i tifosi, ma, non potendo cacciare il presidente e nemmeno mezza rosa, forse davvero l’unica soluzione per sbloccare questa situazione è il cambio della guida tecnica. Ma sicuramente quello che ci sentiamo di dire è che non serve nè un giovane rampante e neppure un traghettatore. Deve arrivare un uomo di polso, uno che abbia già vissuto la lotta per non retrocedere e che trovi in fretta le soluzioni. Quindi, dei tanti nomi usciti in questi giorni, sarebbero da scartare a priori i vari Inzaghi, Corini e Pavanel. Restano Ballardini, la cui ultima esperienza è la retrocessione in B con il Bologna due anni fa, Guidolin, che è il più caro di tutti, e Di Carlo, che però arriva dalla brutta retrocessione con il Cesena. La società ha preso tempo, perché non si vuol cambiare tanto per farlo. Ma, come diceva anche Mario Sconcerti su Sky, forse l’unico che può veramente cambiare qualcosa è proprio Francesco Guidolin. In tutti gli altri casi, tanto vale tenersi Mandorlini.