“L’era bela da vedar”… l’Atalanta si è accorta di D’Amico

Era già da qualche settimana che avevamo pronto l’articolo della scadenza del contratto di Tony D’Amico non lontana: 30 giugno 2023. In cuor nostro non volevamo svegliare un cane profondamente addormento per la paura che qualcuno potesse accorgersi di lui. Ma è ovvio che per non interessarsi di questo strepitoso direttore sportivo dovrebbe essere addormentato qualsiasi dirigente, contratto in scadenza o meno.

D’Amico è senza dubbio uno dei migliori diesse della storia del Verona: sempre presente, sempre sul pezzo, capace di costruire ottime squadre ogni anno con pochissimi spiccioli, plusvalenze da capogiro, scoperte incredibili sul mercato straniero e italiano e soprattutto tanto coraggio e umiltà in certe scelte, come quella dell’esonero lampo di Di Francesco per chiamare Tudor.

L’Atalanta lo ha messo sopra la lista dei suoi desideri al posto del partente Sartori, altro fuoriclasse nel ruolo. Come dare torto alla società bergamasca?

E D’Amico cosa farà? Accetterà le lusinghe di questa nuova big del calcio italiano, con tutte le pressioni e le responsabilità che ciò comporta? O se ne starà comodo a Verona, a lavorare in totale autonomia e indipendenza, con in mano una carta bianca incondizionata e comunque sempre pochi spiccioli?

Decisione non semplice. Setti resta alla finestra, ma pensa già a Marchetti del Cittadella come possibile sostituto. Chiaro che la priorità resta D’Amico, ma l’ultima parola spetta a lui.

 

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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