L'”impasse” persiste. L’accidia è padrona del Verona

“Col Presidente faremo una chiacchierata e poi vedremo se continuare insieme, ma solo dopo che avrà completato l’organico dei quadri tecnici e dei dirigenti” – chiosa Luca Toni dal quartier generale della Lotto Italia di Treviso. Dichiarazione che vuol dire tutto e niente. Ciò significa che il neo capocannoniere della Serie A non sa ancora dove giocherà il prossimo campionato e non, come letto in questi giorni, che ha già trovato l’accordo per un’altra stagione con l’Hellas a 500 mila euro. Affermazione che tra l’altro fa da spartiacque tra l’addio di Sean Sogliano, un allenatore ancora da confermare e molti giocatori a scadenza. Mandorlini a parte, che ha detto di vedersi solo come tecnico del Verona (pessima contrattazione a distanza con Setti che ora può “giocare” al ribasso sulle cifre degli emolumenti rigettanto poi sul mister la spiegazione alla piazza di un’eventuale rottura), il rischio è anche di perdere qualche pezzo per strada. Sarà disposto Juanito, ad esempio, ad aspettare ad oltranza una chiamata della Società o deciderà di accordarsi con altro club? Troppi punti interrogativi ad oggi ingessano la situazione e bloccano la strada dell’Hellas, in un momento in cui tutti gli altri stanno già piazzando colpi di mercato e pianificando le prossime strategie. Non smetterò mai di ripeterlo (e spero ovviamente di essere smentito), ma questo tirare per le lunghe le priorità del Verona porta solo ad acuire un alone di mestizia e cupi presagi. Purtroppo non percepisco una managerialità forte nelle scelte: da quelle famose dichiarazioni di Setti del 26 aprile scorso (nel dopo Sassuolo), che sembravano spalancare le porte ad un’imminente programmazione, nulla è stato fatto, se non nel dare il benservito a Sean Sogliano, straordinario protagonista del mercato gialloblù. Il passo di marcia sicuro e fiero del club di via Belgio delle scorse tre stagioni è svanito e ha lasciato spazio a troppi tentennamenti. Il calcio, è bene ricordarlo, e’ spietato e non ci sono mezze misure: i calciatori, di proprietà o in odore di vestire la nostra maglia, attraverso i procuratori annusano l’odore di bruciato e se non ci vedono chiaro non investono un anno della loro carriera in Società con le idee confuse. Teniamo ben a mente la deriva finanziaria dell’ex Presidente Pastorello: allora ci dovemmo accontentare di gente come Soligo, Lomi, Matteassi o Da Silva che rappresentarono il massimo che si riuscì a realizzare con un accattonaggio molesto a dir poco sconcertante. Oggi fortunatamente non siamo messi così male: abbiamo terminato il campionato al tredicesimo posto in serie A con il capocannoniere del torneo e le prospettive sono ben diverse. Ma attenzione a non tergiversare troppo per non innescare dinamiche disgreganti e dolorose scissioni interne. Possono avere effetti devastanti. Non è solo il tifoso a pretendere chiarezza. La chiedono anche gli attori protagonisti (calciatori) per investire con fiducia nel progetto Verona. Lo “sbotto” di Moras del dopo Hellas-Empoli lo testimonia.

Michele Coratto

Michele Coratto si diploma al Liceo Classico “Scipione Maffei” e si laurea in Scienze della Comunicazione a Verona. Giornalista dal 2011, collabora con la Redazione Sportiva de L'Arena ed è Direttore Responsabile di Hellas News.

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