Mandorlini e la difesa che non difende

di Damiano Conati 

Il Verona ogni anno è una delle squadre più perforate della Serie A. Però è sempre riuscita a compensare con una fase offensiva importante. Quest’anno l’attacco non segna e allora è normale trovarsi nelle retrovie. Ma come mai accade tutto ciò? Abbiamo vivisezionato la maggior parte dei gol subiti dalla difesa di Mandorlini in questi suoi 6 anni di lavoro e la risposta vien da sè.
In una qualsiasi difesa a 4, il terzino sul lato della palla fa il terzino, mentre quello sul lato debole, cioè lontano dal pallone, compie la cosiddetta diagonale e aiuta i centrali. Nel Verona questo non accade. Entrambi i terzini vanno al centro dell’area in fase difensiva e devono essere le due ali d’attacco a coprire le scorribande avversarie. Questo cosa provoca? 1) almeno cinque volte a partita gli avversari arrivano al cross con facilità; 2) in area gialloblù, al momento dei cross, c’è troppa gente che si pesta i piedi e rende difficile l’uscita del portiere; 3) le ali fanno tanta fatica e finiscono in fretta la benzina.
Ribadiamo il concetto che è giustissimo che tutti partecipino alla fase difensiva, ma il ruolo dei due esterni d’attacco deve essere d’aiuto ai due terzini e non in sostituzione, in quanto, per scelta dell’allenatore, questi sono in mezzo all’area.
Senza tornare ai nefasti periodi della Lega Pro, andiamo a vedere i gol subiti quest’anno dal Verona. Con Genoa, Torino, Atalanta, Lazio (il rigore del pareggio), Chievo, Udinese, Fiorentina, i gol avversari sono arrivati da cross dalle fasce. L’esempio massimo è proprio il primo gol viola: Pisano in mezzo all’area, Sala non arriva in tempo su Pasqual, cross facile, Gollini smanaccia, ma in area c’è troppa gente e la palla carambola su Marquez che fa autorete. Solo questione di sfortuna? Non crediamo proprio.

L’unica partita in cui il Verona non è partito con la difesa a 4 mandorliniana, è stata a Genova con la Samp, dove ha difeso a 5 dietro e dove ha preso 4 gol, ma fatalità nessuno su cross dalle fasce dopo azione impostata (due contropiedi, calcio piazzato, taglio centrale).

Ma voi, attenti lettori, potete dire: cosa c’entra con il fatto che non si segna? C’entra eccome! Con questo modo di giocare e senza centrocampisti di spinta (tipo Romulo), c’è la necessità più totale di avere una punta che tenga la palla, faccia salire la squadra e permetta ai due esterni d’attacco di passare dalla fase difensiva a quella offensiva. Ma se la prima punta è Gomez, oppure Pazzini in precarie condizioni fisiche, è impensabile che riescano a tenere palla, a far salire la squadra e a far sì che nasca qualche azione d’attacco. Quindi è vero che, come dice Setti, la sfortuna sta condizionando la stagione, ma con Toni out e Pazzini a mezzo servizio, stava all’allenatore trovare contromisure e escogitare un modo di difendere diverso.
Infine, il lettore può dire: in B o in Lega Pro il Verona aveva la miglior difesa del campionato e l’allenatore era lo stesso. Vero, ma in questi campionati, il Verona era una corazzata, una squadra fortissima, costruita per vincere. E la squadre avversarie giocavano quasi tutte per difendersi. Ecco perché era più facile coprirsi e poi non sempre i due esterni d’attacco dovevano tornare in difesa.
In Serie A tutte giocano per vincere. E allora nel gioco di Mandorlini diventano imprescindibili due esterni d’attacco che difendano, una punta che faccia salire la squadra, un centrocampista stantuffo che dia corsa e dinamismo. Mancando anche solo uno di questi elementi, il Verona scompare.

Il tecnico finora non ha trovato soluzioni, ma finché nella stanza dei bottoni si continua a pensare che la colpa di tutto sia solo la sfortuna, lo spettro della B si può fare sempre più concreto.

1 COMMENTO

  1. […] Iniziamo con quelle del tecnico di Ravenna. 1) Non possiamo non partire dai gol subiti e c’è poco da dire. Sono stati tanti e tutti uguali, almeno fino alla sosta. Lo abbiamo già analizzato più volte: il terzino fa lo stopper, l’esterno d’attacco deve diventare terzino, ma non sempre riesce, e un cross qualsiasi si trasforma in gol (http://www.hellasnews.it/mandorlini-e-la-difesa-che-non-difende/) […]

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