Maresca: “Voglio portare il Verona in serie A”

Enrico Brigi

Oggi è stato il turno della presentazione ufficiale di Enzo Maresca. Ecco le prime dichiarazioni del neo arrivato in casa gialloblù. 

“Sono venuto a Verona perché è una piazza importante con un obiettivo come la promozione in serie A, un posto dove la società merita di stare. 

Il mio desiderio è dare il mio contributo e aiutare i più giovani. Fisicamente sono a posto, mi sono preparato bene anche durante le vacanze. Metto a disposizione la mia esperienza. 

Impossibile fare confronti con gli anni di Palermo. Il nostro obiettivo deve essere quello di pensare partita per partita. Solo così è possibile pensare di conquistare la promozione. 

Il campionato di serie B è lungo ed impegnativo e serve sempre la massima concentrazione. Riguardo alla partita dello scorso anno giocata e vinta dal Palermo a Verona – senza allenatore – si tratta per me di un’esperienza passata. 

In Italia e all’estero sono convinto che la presenza di giocatori di esperienza sia sempre fondamentale, specialmente nei momenti negativi. 

La mia posizione in campo è quella di centrocampista centrale. Ultimamente ho sempre fatto il play davanti alla difesa, forse il ruolo che mi si addice di più. 

L’interesse del Verona è nato tempo fa, quando la proposta si è concretizzata non ho esitato. In ogni caso la società, la città e i tifosi meritano indubbiamente la serie A. 

Il mio ultimo gol è stato proprio contro il Verona, ora spero di ripetermi presto con la maglia gialloblù. Il gioco di mister Pecchia privilegia il possesso palla ed è simile al campionato spagnolo da me già sperimentato con la maglia del Siviglia.

Sabato con l’Avellino ci aspetta una partita molto difficile, gli irpini verranno a Verona a difendersi e dovremo essere bravi a portare a casa la vittoria. 

Il mister chiede sempre molta intensità durante gli allenamenti e si vede che ha avuto la possibilità di collaborare con un allenatore importante come Benitez. 

Nella rosa gialloblù di quest’anno ci sono diversi giovani bravi e di prospettiva. Meglio non fare nomi anche se spero che con il tempo molto di loro possano trovare le migliori soddisfazioni. 

La partita di Benevento è stata condizionata dall’espulsione anche se sembravamo noi in superiorità numerica. Contro di noi tutti cercheranno sempre di fare la partita della vita. 

Nel calcio bisogna mantenere i piedi per terra e noi dobbiamo lavorare senza farsi prendere da inutili allarmismi. In Italia chi cerca di giocare viene visto quasi come presuntuoso. 

Io non sono d’accordo, noi proveremo a vincere anche con il bel gioco. Ho scelto il numero 16, anche se il mio preferito ( il 25) era già occupato. Il 16 mi ricorda il mio compagno di squadra del Siviglia purtroppo prematuramente scomparso”.

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