Moras: “Dimitris vive dentro di me”

Importante riconoscimento per Evangelos Moras. Il difensore dell’Hellas è stato premiato con il ‘Cangrande della Scala’ nella Sala Rossa della Provincia di Verona, direttamente dal presidente Antonio Pastorello.

 

«Ringrazio la Provincia – ha detto Moras, commosso – per questo premio importante e anche la Società e tutte le persone che mi sono state vicine in questo momento particolare. Di sicuro non è facile parlare in questo periodo, dedico il Cangrande a mio fratello Dimitris e a tutti coloro che ogni giorno lottano con questa malattia. Il mio sogno è quello di non vedere più persone che perdono la vita a causa della leucemia. Voglio lanciare un messaggio, che è molto semplice, quello di donare un minuto della vita per diventare donatori. Io l’ho fatto, ho donato il midollo a mio fratello. Purtroppo ora non c’è più ma lui è sempre stato positivo, perché con la donazione si possono salvare delle vite. Sono sicuro che da lassù mi protegge, ora è il mio angelo, sarà la mia forza per andare avanti e dedico tutto quello che farò da ora in poi a lui. In Grecia sto per far nascere un’associazione ‘SaveMoras’, conto di partire a gennaio, spero di riuscire a farla anche qui in Italia».

 

Moras ha parlato anche dei prossimi impegni di campionato, soffermandosi sul suo futuro: «La trasferta col Genoa? Abbiamo trovato la nostra identità, che è quella di correre, lottare tutti insieme ed essere un gruppo unito tra società e calciatori. L’obiettivo è sempre quello di salvarsi, poi eventualmente ci divertiremo un po’. Un commento sulla fase difensiva? Quando si lavora tutti insieme, i risultati arrivano, quindi meno stress, che non serve. Spero di fare qualcosa di bello per la squadra e per questa tifoseria che merita qualcosa in più. Il mio futuro? Ora sono in scadenza, cerco di fare una bella annata. Poi, se cambierò squadra non sarà in Italia».

 

Sentite parole anche da parte del Direttore Generale gialloblù, Giovanni Gardini: «Al di là dell’aspetto sportivo che qui non c’entra, Lele ha dimostrato anche fuori dal campo di essere un uomo vero. Ha vissuto sulla sua pelle la sofferenza che molte persone affrontano ogni giorno e l’ha fatto con una forza straordinaria».

Fonte: hellasverona.it

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