Nel 2016 non aspettiamoci fuochi d’artificio

di Michele Coratto

Si era detto che le operazioni di mercato sarebbero dipese da quanti punti avrebbe avuto il Verona al giro di boa. Lo disse proprio Del Neri, mica l’ultimo dei magazzinieri (con tutto il rispetto). Purtroppo dal suo arrivo di punti ne sono stati conquistati solo 2 per un misero totale di 8. Troppo pochi. Cammino insufficiente soprattutto per la Società che ora dovrà quasi sicuramente correre ai ripari. È pertanto inutile farsi vane illusioni e aspettarsi nomi roboanti in entrata. Meglio sintonizzarsi su altra frequenza e valutare il rischio (che pare più un’opportunità, vista dall’altra parte della barricata) che Bigon decida di sbarazzarsi degli ingaggi onerosi e di quei giocatori che hanno maggior “appeal”. Qualche segnale in questo senso c’è già stato. Che il club di via Belgio non abbia opposto alcuna resistenza alle richieste di Marquez di tornare in patria e’ sintomatico. Per lo stesso motivo di fronte ad una congrua offerta si deciderà di privarsi anche di Sala. Per non parlare poi di Viviani, da qualche giorno entrato nel mirino della Samp di Ferrero. Volenti o nolenti la Società dovrà buttare un occhio al bilancio anticipando eventuali brutte sorprese. Se serie B sarà (e tocco ferro), la squadra dovrà essere rivoluzionata per forza. Ecco quindi che ipotizzare una smobilitazione di un certo tipo già a gennaio e’ tutt’altro che un’eresia. È bene dirlo oggi quando i movimenti di mercato sono ancora voci per chiarire da subito cosa potrà accadere. Sia ben chiaro comunque che portare a Verona giovani di belle speranze o giocatori in cerca di rivincita non significa per forza gettare anticipatamente la spugna. Anzi: la maggior fame potrebbe essere la miccia da accendere per centrare il miracolo. L’innesco invece resta sempre lui, il “baffo di Aquileia”, al quale probabilmente in fase di firma e’ stato proposto un progetto sia che il Verona si salvi, sia che retroceda. Intanto, per non sbagliare, a Natale a tavola starò leggero per evitare facili mal di pancia. Forse però non tutto il male vien per nuocere: se è vero che la stragrande maggioranza dei tesserati gialloblu’ è fuori forma perché male allenati o reduci da troppi contrattempi fisici, non è pensabile che con soli dieci giorni di lavoro ulteriore riescano a riprendere la miglior condizione. Cederli quindi e’ preferibile. Arrivati a questo punto conviene capitalizzare e reinvestire in giovani leve o giocatori in cerca di riscatto che abbiano gamba, voglia e che non siano inconsciamente demotivati dall’incancrenimento di una posizione di classifica che ha purtroppo causato il fitto alone di depressione. Una cosa è certa: per Bigon il prossimo calcio mercato sarà sicuramente uno step probante perché molto delicato per il futuro dei conti di via Belgio. Il fallimento sportivo può starci, quello societario no. Il caso Parma è ancora vivido e Verona non deve rischiare di fare la stessa fine.

Michele Coratto si diploma al Liceo Classico “Scipione Maffei” e si laurea in Scienze della Comunicazione a Verona. Giornalista dal 2011, collabora con la Redazione Sportiva de L'Arena ed è Direttore Responsabile di Hellas News.

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