Pensiamo al mercato. Il punto in casa Hellas nella testa di D’Amico

Prima di tutto, essere realisti. A gennaio l’unico mercato che si fa è di riparazione, si chiama apposta così. Che in termini numerici significa 2-3 partenze e 2-3 arrivi. Visto poi che c’è stato un infortunio grave in mezzo: tre arrivi quasi certi, forse quattro.

Chi è arrivato gli anni scorsi 

D’Amico ci ha abituato a un buon mercato di gennaio in Serie A. Due anni fa furono quattro innesti, l’anno scorso tre (anche se Bessa era un prestito di rientro). Nella sua testa, gli arrivi di gennaio o sono importanti e servono per compensare una carenza significativa in rosa, vedi Borini prima e Lasagna l’anno scorso, oppure sono investimenti giovani in ottica futura, vedi Lovato o Dimarco di 2 anni fa. Ma mettiamoci anche il prestito secco, vedi Eysseric o Sturaro, semplicemente per coprire temporaneamente una falla. Anche quest’anno il mercato di gennaio in entrata partirà da questi presupposti.

Uscite: i capolavori di D’Amico

A gennaio il diesse gialloblù dà sempre il meglio di sè nelle uscite. Quest’anno in prima squadra ci sono tre giocatori che vanno ceduti, magari anche per essere valorizzati altrove: Rüegg, Çetin e Ragusa hanno la valigia pronta. Poi c’è la grana Bessa: il Verona non rinnova. A gennaio potrebbe andarsene in caso di offerta, oppure potrebbe rimanere in rosa per partire a parametro zero a giugno. Occhio a Juric sullo sfondo, ma ci sono parecchi ammiccamenti anche dall’estero.

Poi ci sono le operazioni minori, come i fuori rosa, assenti quest’anno, o quelle legate anche a giocatori che non stanno giocando nelle squadre dove sono in prestito e avrebbero invece bisogno di minuti sulle gambe. Due anni fa D’Amico a gennaio riuscì a cedere tutti gli esuberi (6) e l’anno scorso fece la stessa cosa (4). Nell’altra categoria di giocatori, invece, Amione sicuramente è nei suoi pensieri più immediati, perché a Reggio Calabria non gioca.

Cosa bolle in entrata

Innanzitutto è da valutare la situazione Frabotta. Dovesse guarire e restare, sarebbe la riserva ideale di Lazovic, altrimenti il mercato scaligero dovrebbe partire da un laterale sinistro (Alioski?). La cosa certa è che D’Amico stavolta non farà l’errore del Benassi bis.

In difesa: al 100% arriva il sostituto di Dawidowicz. Nomi pochi in giro al momento. Inoltre la società sta cercando un vice Faraoni, con il nazionale danese Stryger Larsen in rampa di lancio.

I portieri non si toccano anche se Pandur avrebbe chiesto di giocare di più.

Linea mediana: un centrocampista centrale potrebbe essere utile da inizio gennaio, perché Hongla va in Coppa d’Africa, perché Veloso è probabilmente all’ultima stagione da professionista, perchè Bessa potrebbe salutare, perché Ilic non sta brillando. Karazor dello Stoccarda piace, ma è più probabile un profilo che gioca in Italia.

Infine D’Amico sta capendo se puntare su un altro trequartista, per dare una alternativa valida al duo Caprari-Barak. Invece per quel che riguarda le punte, mai come quest’anno il Verona è al completo.

Cessioni illustri?

Soldi in giro pochi. Barak piace nell’Europa del nord, ma l’impressione è che fino a giugno in gialloblù ci possa arrivare. Nella clamorosa e poco probabile possibilità di una sua cessione, arriverebbe un sostituto di pari valore (Miranchuk?). Gli altri sono blindati, Lasagna compreso. Ricordiamo infine che, dopo il prestito estivo, l’obbligo di riscatto dopo 22 presenze ufficiali in gialloblù di Caprari sta per concretizzarsi. Se il fantasista continuerà a giocare, il 6 febbraio allo Juventus Stadium toccherà quota 22 e quindi il Verona dovrà sborsare alla Sampdoria 4 milioni di euro, a cui aggiungerà un milione di bonus a giugno. Ricordiamo infine che il giocatore ha firmato in estate un quinquennale a circa 900mila euro a stagione.

Il girone d’andata è finito, ora il calcio giocato va in vacanza per un po’. Quindi buon calciomercato a tutti!

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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