L’ha vinta così Pioli. Con una mentalità da provinciale, con una partita fisica, un’organizzazione tattica impeccabile e giocando da piccola squadra, trattando il Verona come una big. Onore al tecnico rossonero, ottimo direttore d’orchestra, e sicuramente motivo d’orgoglio per Juric, perché ormai il suo Hellas non è più una sorpresa, bensì una concreta realtà.
In partite così, quando a livello di organizzazione e di mentalità le squadre si equivalgono, a fare la differenza sono i singoli. E il Milan, seppur imbottito di riserve, ha una rosa di gran lunga superiore a quella gialloblù.
Cosa avrebbe potuto fare Juric in più rispetto a quanto si è visto domenica? A livello fisico non è sembrato un Verona stanco, anzi nel finale la squadra e addirittura cresciuta. Più che altro è sembrato un Verona mentalmente scarico e a tratti poco concentrato. Forse un turnover maggiore, visto l’impegno infrasettimanale, avrebbe permesso di avere giocatori più pronti dal punto di vista mentale. Però era anche difficile cambiare squadra dopo la maestosa prova di Benevento.
Un modo di dire famoso è: “Vinca il migliore”. Ecco, probabilmente dopo Verona-Milan l’unica cosa che si può dire senza paura di sbagliare è che ha vinto davvero il migliore. Nel calcio, fortunatamente, non sempre è così, ma quando accade non serve nemmeno stupirsi.
Foto: Lega Serie A
Damiano Conati