Pensieri sparsi. Juric disegna un Verona straordinariamente normale

Prima di Verona-Juve il pensiero comune di tutti gli addetti ai lavori era che i gialloblù avrebbero messo sicuramente in difficoltà i campioni d’Italia in carica. E così effettivamente è stato. Anzi, avesse portato a casa i 3 punti, il Verona di Juric non avrebbe rubato nulla. Ma, vi sembra tutto normale?
Stiamo parlando di una squadra che ha vinto gli ultimi 9 Scudetti, che punta alla Champions League e che ha in rosa alcuni tra i migliori giocatori al mondo. Stiamo raccontando di un Cristiano Ronaldo che da solo vale come tutto il Verona, compresa la Primavera, e di una Juventus che a fine 2020 aveva una rosa dal valore di 708,5 milioni di euro (fonte Transfermarkt). E il Verona, il piccolissimo Verona, se l’è giocata alla pari, anzi, per lunghi tratti ha perfino dominato.

È questa la forza di Juric. È trasformare un gruppo di giocatori di medio valore in una grande squadra, è valorizzare le caratteristiche di ogni singolo calciatore, è spremere fino all’ultima goccia di sudore ogni interprete in campo, sapendo che ciascuno lo fa senza batter ciglio. Mai una lamentela, mai un giocatore scontento. Rapporti schietti, corretti, rispetto reciproco alla base di tutto e la capacità di creare un gruppo coeso che gioca bene a calcio.
“Non ho mai visto nessuno con la passione di Juric. Basta vederlo in campo: inizia la partita con il piumino: poi dopo 20 minuti è in tuta e nel secondo tempo, anche di inverno, lo vedi in maglietta a maniche corte. È un vulcano”. Parole di capitan Veloso sabato a Tuttosport. Juric vulcano e la squadra che sarebbe capace di buttarsi nella lava pur di seguirlo. Ecco la forza di questo Verona, che grazie a Juric ha trasformato una partita impari e un intero campionato sulla carta proibitivo in qualcosa di semplice, di normale. Straordinariamente normale.

Damiano Conati

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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