Eros Pisano, difensore classe ’87 dell’Hellas Verona, è intervenuto ai microfoni di Radio Bellla&Monella, radio ufficiale Hellas Verona. Ecco le sue principali dichiarazioni.
Domenica c’è il Genoa, e tu sei uno dei tanti ex della gara. Com’è stata la tua esperienza in rossoblù, e che Genoa ti aspetti?
La mia esperienza al Genoa è stata particolare. Venivo dal Palermo e ho passato a Genova sei mesi, abbastanza difficili perché servivano punti per arrivare alla salvezza che poi fortunatamente è arrivata. Sei mesi importanti, in un club importante. Ho incontrato tanti giocatori del calibro di Antonelli, Bertolacci, Kucka. La squadra di domenica non la conosco benissimo, e proprio per questo li stiamo studiando: sono cambiati tanto rispetto alla passata stagione, anche se l’allenatore è rimasto lo stesso. Gasperini è preparato, molto bravo, sa dare l’impronta e l’identità giuste alla squadra. Sarà una partita tosta e difficile. C’è tanta voglia di riscattarci dall’anno scorso e andremo in campo per dare il meglio di noi. Loro vorranno riscattarsi dopo la sconfitta contro il Palermo e noi invece vogliamo dare continuità rispetto alla prestazione con la Roma.
Prestazione con la Roma che ha dato degli ottimi segnali…
Merito del gruppo, è molto coeso e credo si sia visto chiaramente in campo anche se era solo la prima partita. È importante aver iniziato bene, abbiamo imparato tanto dai momenti difficili che ci sono stati nella passata stagione e quest’anno si è iniziato con spirito e volontà diverse.
Come sta il Verona e come lo vedi in questo nuovo campionato?
È difficile valutare, la stagione è appena iniziata; durante il precampionato c’era la voglia di fare meglio dell’anno scorso. Il brutto periodo vissuto nella passata stagione è ormai passato e non ci vogliamo ricascare. La salvezza è il traguardo più importante da raggiungere. Quando arrivano giocatori nuovi con un valore importante, questi si inseriscono subito. Non mi piace fare nomi; quello che ho visto di Souprayen è stato un grandissimo esordio. E ancora Pazzini, un grande colpo di mercato con tanta voglia di fare bene e riscattarsi.
Il tuo rapporto con Andrea Mandorlini?
Il mister lo devo ringraziare perché mi ha dato grande fiducia sin dal primo giorno e spero di ripagarla presto sul campo, e anche l’anno prossimo. Noi giocatori dobbiamo essere aperti per apprendere i suoi schemi di gioco. Tutti stiamo seguendo alla lettera le sue indicazioni. Con il mister bastano poche parole e il rispetto. Quello che conta è scendere in campo con la voglia di fare secondo le sue indicazioni.
Una delle tue caratteristiche è la duttilità, non cambi settore di gioco ma ti adatti bene sia a destra che a sinistra…
Per me questo rappresenta un elemento di crescita personale. A Palermo mi capitava di stare spesso a sinistra o giocare come centrale. Qui ho avuto più spazio e possibilità di crescita. Credo sia merito del mister che ha visto in me queste qualità e le ha sfruttate. Di questo lo devo ringraziare.
Parliamo ora del tuo rapporto con l’ambiente e con la città di Verona. Come ti trovi?
Bene, perché è una città in cui a me e alla mia famiglia piace vivere e fare passeggiate tranquille sul lago, dove ho preso casa. Ho una bambina di due anni e un cane; il vivere tranquillo della gente mi piace e non ho avuto difficoltà ad ambientarmi con la società veronese. Mia figlia Camilla è la mia prima tifosa, la mia forza. Viene sempre a tutte le partite e penso sia bello vederla allo stadio. La prima cosa che fa dopo la partita è saltarmi addosso e abbracciarmi; è sempre bello vederla corrermi incontro, sento tanto la sua presenza allo stadio.
Quali aggettivi useresti per descrivere il Verona?
Il Verona è passionale, entra allo stadio e in campo dando tutto quello che ha, ogni giorno sente tanto la maglia come se fosse la prima pelle. Questi tifosi si meritano tanto perché ogni domenica riempiono lo stadio e ci danno grande forza. In casa è bello giocare, sono un uomo in più.
Ci hai parlato della tua bambina, non ti piacerebbe trovare un po’ di stabilità, magari qui?
Sarebbe bello, a me piacerebbe rimanere qui a Verona. Sappiamo che il lavoro che facciamo ci fa cambiare spesso città, a tutti farebbe piacere mettere le radici. Per esempio, Rafael si è trovato molto bene qui a Verona, è riuscito a trovare un percorso e persone che credono in lui.
A Verona se dimostri una faccia pulita e tanta disponibilità, sei ben visto dalla piazza e dai tifosi…
Per questo li ringrazio, è sempre bello sentirsi ben voluti, io sono un ragazzo che lavora tanto sul campo e fa piacere sentire tutti dalla mia parte.
Un po’ di storia, dove hai cominciato a giocare?
Calcisticamente sono cresciuto sempre a Busto Arsizio, a Varese ho fatto le giovanili e i miei primi anni da professionista, che mi hanno lanciato nel calcio che conta.
Il Verona come società che impressione ti dà?
La società è ben organizzata, anche se da poco è in Serie A. Era pronta a fare il salto n questa categoria, e si vede. Molti vogliono venire a giocare e poi non se ne vogliono più andare… Qua si sta veramente bene, sia a livello calcistico che umano.
Domenica c’è la possibilità per noi di re-incontrare un nostro ex, Iturbe…
Iturbe? Fosse solo lui sarebbe facile fermarlo. Purtroppo in campo si va in 11; quello che c’è da temere è la struttura e il modo di giocare del Genoa.
Quale sfida attendi di più?
Aspetto le partite contro le grandi, contro le “big”. È sempre bello giocarci contro.
Un’ultima cosa: c’è una canzone che ti piace particolarmente e che ascolti prima di entrare in campo?
Vario molto, ma una delle mie preferite è “Certe Notti” di Ligabue.