Porto-Verona-Roma: il giro di denaro dietro ad Iturbe

Iturbe ad ogni trasferimento muove tanti soldi tra cessioni, giri d’affare per gli agenti, commissioni e bonus. Di seguito il flusso di denaro transitato dal Verona al Porto e successivamente dalla Roma al Verona. 

Testo e tabella di calcioefinanza.it – Matteo Spaziante.

Nell’estate 2013 l’Hellas Verona porta in Italia Iturbe, in prestito con diritto di riscatto fissato a 15 milioni. L’argentino diventa subito protagonista, 8 gol in 33 partite, tanto da scatenare subito un’asta, appena concluso il campionato 2013/14. Intanto però il Verona deve riscattare il cartellino, che però non è di proprietà solamente del Porto, e qui inizia il caso Iturbe: la proprietà infatti è al 45% del club lusitano, al 55% della Pencilhill Limited, con sede a Londra e che fa capo a Gustavo Mascardi (anche se non ufficialmente, visto che il direttore è Ayomide Otubanjo, nome già circolato nel caso tasse di Lionel Messi), agente anche di Dybala e nel passato, tra gli altri, di Veron e Crespo. In sostanza, una Third Part Ownership da manuale. Tanto che, nel momento in cui l’Hellas riscatta il giocatore, i 15 milioni versati dai veronesi (come da bilancio ufficiale) diventano 6,75 per il Porto (che gli permettono comunque una plsuvalenza di 4,73 milioni), come scritto nel bilancio dei portoghesi, con i restanti 8,25 milioni che dai bilanci ufficiali spariscono, ma finiscono con molta probabilità nelle tasce di Mascardi.

Nell’estate 2014, quindi, Iturbe è interamente del Verona. E qui si scatena, come detto, l’asta: la Juve pare in vantaggio, ma la spunta la Roma. «È tutto fatto tra la Roma e Iturbe: 31 milioni cash, senza prestiti al Verona da parte dei giallorossi», dichiara Mascardi. Cifra che genera qualche dubbio, anche perché i giallorossi ufficialmente comunicano (essendo quotati in Borsa) di aver acquistato il giocatore per 22 milioni più 2,5 milioni massimi di bonus (di cui, ad oggi, hanno pagato solo 500mila euro per la qualificazione in Champions della scorsa stagione). Sembrano ballare 6,5 milioni, che qualcuno “infila” nelle tasche di Mascardi, ma in realtà nei documenti del club di Pallotta non se ne trova traccia: semplicemente perché la commissione versata all’agente è inferiore, visto che si parla solo di 1,6 milioni (inseriti in bilancio tra gli Oneri accessori – compensi ad intermediari). Il costo storico del giocatore quindi è di 22,5 (perché nel bilancio si parla di 22,5 e non 22, come afferma anche il Verona) milioni più 1,6 di oneri accessori, cioè complessivamente 24,1 milioni di euro.

 

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