Quando con l’Osvaldo le ali offendevano e i terzini coprivano..

Le ali devono saper offendere, i terzini coprire. Ricordando il grande Bagnoli, indiscutibilmente Re degli allenatori transitati a Verona, nell’epopea gialloblù degli anni ’80 il tecnico lombardo non si sarebbe mai sognato di relegare Preben o Fanna a compiti difensivi. E nemmeno nell’ultimo anno sulla panchina dell’Hellas, quello della sciagurata retrocessione a Cesena, l’Osvaldo della Bovisa ha mai snaturato i calciatori. Davide Pellegrini era una punta, non un terzino. La sua forza era nel posizionare i giocatori dove preferivano e dove si sentivano più a loro agio. Al massimo sganciava l’esterno basso (es. Marangon) libero all’occorrenza di affondare la falcata. Il Verona odierno è invece alla continua ricerca di equilibri. Quali non si sa, considerato che la’ dietro non si trova la quadra da due stagioni e la retroguardia è perennemente sotto accusa. Cambiano gli interpreti e vengono mandati via i vice allenatori ma la sinfonia rimane sempre la stessa. Forse è il momento di accorgersi che qualcosa di sbagliato c’è negli ordini impartiti ai singoli. La batteria delle ali deve attaccare, non difendere. Siligardi in ripiegamento non serve. Luca rende quando gioca in avanti e riesce a creare assist per la punta centrale. Che senso ha relegarlo là dietro se non a togliergli la lucidità necessaria in fase di attacco? Nessuno ha la pretesa di sostituirsi nelle scelte di Andrea Mandorlini  ma è tempo che ci si accorga che qualcosa va cambiato. Ed in fretta. Se le punte segnano meno, la retroguardia deve alzare le barricate. Ma l’endemico difetto difensivo va mitigato. Il Verona è una squadra “clamorosamente adeguata agli obiettivi” – rilevava il diesse Bigon solo un paio di settimane fa. Forse intendeva che nella rosa sono presenti anche terzini fluidificanti, maggiormente adatti alla marcatura rispetto ad un esterno alto?

Michele Coratto

Michele Coratto si diploma al Liceo Classico “Scipione Maffei” e si laurea in Scienze della Comunicazione a Verona. Giornalista dal 2011, collabora con la Redazione Sportiva de L'Arena ed è Direttore Responsabile di Hellas News.

1 COMMENTO

  1. ma giocare con il 3/5/2 come fa Ventura con successo nel Toro e Mancini e altri in serie A Mandorlini ci riesce? Prendiamo Tanti gol,la fase difensiva nn va,il portiere nn esce,gli esterni offensivi sono sempre bassi a difendere,100 gol in 2 campionati!!Io spero che se Luca Toni si ferma con il GOL nn sia una débâcle,visti che il ns. Grande Mister con il suo gioco. finisce la alternative!! Viviamo di rendita in questi 2 anni di A con i gol di Toni,l’ultimo anno di B con i 24 gol di Cacia,ditemi in questi 3 anni come era il nostro gioco?Allora Mister è ora di cambiare schema tattico,sempre se ne sei capace,Gollini in porta per 4/5 partite continuative al di la del suo rendimento, tre (3)centrali a protezione, Marquez, Moras, Elander, cinque (5) a centrocampo, Romulo, Sala (Ionita), Viviani,Greco(Alfredo quando rientra) Souprayen.Due (2) in attacco: Luca Toni e Pazzini..alternative per gli esterni durante la partita Bosko, Gomez, Siligardi, e il giovane polacco. per la difesa Bianchetti e Pisano oltre al giovane brasiliani cui si dice molto bene..Un allenatore nn si deve fossilizzare su un solo tipo di gioco ma deve essere pronto a cambiare se vede che la squadra soffre gli avversari e la fase diffensiva è carente..Qui passano gli anni ma nn si riesce a cambiare.Poi dopo tre partite con un portiere che nn tiene un pallone in presa e respinge “sempre”sui piedi degli avversari e nn si cambia allora vuol dire essere “testoni”!!

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