Quando il calciomercato fa riflettere gli addetti ai lavori

Di Damiano Conati

Premessa. Vendere è molto più difficile che acquistare e D’Amico in questi mesi ha dimostrato di saperci fare in merito alle cessioni.

Saper liberarsi di giocatori dal contratto pesante e dalla carriera ormai in declino come Gomez, Gonzalez, Nicolas e Souprayen non era semplice e il giovane diesse scaligero in estate ci è riuscito brillantemente. E in inverno sta continuando l’opera. Poi, se è vero quello che dicono i colleghi di Padova, che ha dovuto ricorrere a qualche aiutino (si parla di una sostanziosa buonuscita per Cherubin), allora i meriti diminuiscono un po’. Rimane però il tentativo di lasciare l’Hellas senza contratti onerosi a lungo termine e senza una rosa lunghissima.

Nel frattempo con Cherubin si vanno a rimpolpare i ranghi della prossima avversaria, ma in teoria non la si rinforza, altrimenti il centralone mancino sarebbe rimasto in gialloblù. Invece è stato acquistato da Fusco nell’anno in B sul gong del mercato con un contratto faraonico: 5 presenze da titolare con Pecchia da settembre a dicembre 2016, poi un grave infortunio che lo ferma per il resto della stagione. L’anno scorso parte da fuori rosa perché infortunato e a gennaio passa in prestito all’Ascoli: dieci presenze senza brillare. Adesso se ne va a titolo definitivo al Padova, dove il tecnico Bisoli l’ha definito “un trascinatore”, ma a 32 anni e 3 stagioni con pochissimo minutaggio non si può certamente definire l’acquisto del secolo.

Una riflessione però va fatta. Viste le condizioni della difesa gialloblù, che prende gol ogni santa domenica, vista l’assenza di un centrale d’esperienza e soprattutto di un centrale mancino, una chance, nonostante il contratto altissimo, la società poteva anche dargliela. Il posto in lista c’era, i guai fisici superati e lo stipendio gli veniva pagato ugualmente. C’è da dire che Cherubin fa meno rumore ed è meno incisivo in rosa di Pazzini, ma a noi piace pensare che la valutazione sia stata squisitamente tecnica e che sia giusto così.

L’epurazione estiva ha dato ragione a D’Amico, sarà il campo a dire se anche i Cherubin e i Fossati avrebbero potuto dare ancora qualcosa alla causa gialloblù.

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