Quando il campo non c’è, i diesse ballano

C’era una volta il calciomercato. Il vero motore del calcio quando il calcio vero non c’è. Pausa estiva e pausa invernale: di cosa si parla su giornali, siti e tv? Di trattative, vere e presunte, di sogni, di contratti, di nomi esotici e di formule strampalate per comprarli: prestito con diritto di riscatto in caso di tot presenze e di controriscatto con contropartita tecnica con diritto di recompra biennale a seconda degli obiettivi raggiunti. Senza una virgola in mezzo, senza capirci niente e magari senza spendere un soldo. Poi se uno si chiama di cognome Bianchi e arriva dalla C italiana non se lo fila nessuno. Se invece avesse una bella pronuncia brasileira, tipo Bianchinho con quel nho pronunciato gno e provenisse da un qualsiasi Sampaio Correa (che poi è la Serie C brasiliana, livello più basso della C nostrana), sarebbe un campione da ammirare fin dal ritiro.

E adesso? con la sosta per le nazionali, cosa accade? Il calciomercato è chiuso e allora si parla di mercato dei direttori sportivi e degli allenatori. Si può fare, non costa nulla. E quindi al Verona viene accostato il nome di Marchetti che sta facendo un capolavoro a Cittadella. Ma Marchetti sta pensando al Verona adesso? Neanche per sogno. Sta provando a conquistare la Serie A con una minuscola matricola padovana, è concentrato sul pezzo e difficilmente ha la testa altrove. Anche perché un conto è il Verona in A, un conto è il Verona retrocesso. Stesso discorso vale per l’accoppiata ex Cagliari Capozucca diesse e Rastelli allenatore. È vero, sono liberi. Come liberi saranno a giugno Fusco e Pecchia, comunque vadano le cose. Ma è presto per parlare di mercato a fine marzo. Prestissimo. I giochi sul campo non sono fatti e c’è bisogno ancora di tanto tempo. Ma il mercato, si sa, permette di sognare. E quando il calcio giocato sta riposando o è in letargo, sognare non costa davvero nulla.

D.Con.

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