di Damiano Conati
Parliamo dell’aspetto economico. Sono pochi i soldi che circolano in B e minimi i finanziamenti che arrivano dalla Lega presieduta da Abodi.
Il famoso paracadute che arriva dalla Serie A aiuta a rendere meno difficile la caduta. Ma è una magra consolazione se si pensa a quanto guadagna chi resta in A. La povera Serie B offre poi una quota fissa molto bassa che arriverà come mutualità e oscillerà tra i 4,5 e 5 milioni di euro: dipende da una serie di criteri tra cui l’impiego di under 21 e comprende anche i diritti tv.
Ma da cosa è composta questa mutualità? Da alcune voci: mutualità dalla Lega di A, fondo per la mutualità, marketing associativo. Che significa che la Lega di B vende un pacchetto complessivo ad un certo numero di sponsor e redistribuisce le entrate ai club. Chiaro che l’introito aumenterebbe se la Lega riuscisse a legarsi ad un main-sponsor, come già successo in passato quando si chiamava Serie Bwin. Nella voce mutualità ci sono anche competizioni definite promiscue, come ad esempio la Coppa Italia, i cui proventi saranno divisi il 75% in parti uguali e il 25% a chi va più avanti.
Attenzione però, perché la mutualità non è uguale per tutti. Il 60% di essa infatti è diviso in parti uguali tra i 22 club di B, il 25% in base ai risultati sportivi con entrata quindi a fine stagione, il 15% in base al minutaggio degli under. Ma ci possono essere anche delle sanzioni per chi non rispetta le regole (tipo il tetto salariale) e in tal caso i contributi diminuirebbero. Ma gli stipendi dei giocatori saranno argomento della nostra terza puntata.
Restando alle entrate in Serie B, c’è infine una piccola fetta che va a premiare diversi progetti, dalle infastrutture per gli allenamenti, fino al mondo dei vivai e del settore giovanile dei club.
Finita questa carrellata, possiamo comunque constatare che, sommando tutto, paracadute compreso, ci sono molti meno introiti e contributi rispetto ad una permanenza in A.
(Continua)
