Ridateci Mimmo!

Questione di turbolenze, si diceva. Era stato messo in preventivo che il secondo anno doveva essere il più duro, quello della conferma. Si cercavano gli equilibri per assestarsi più o meno definitivamente in serie A e preparare il terreno per un’autostrada tinta di gialloblù. Dicevano così, certo. La realtà e’ ben altra cosa. Ad aprile 2015 ci troviamo con una squadra da rifare. Dalla difesa, passando per il centrocampo ma senza dimenticare i trequartisti/seconde punte disagiate nel gioco di Mandorlini, il Verona e’ di nuovo da rivoluzionare. Come successe a luglio dell’anno scorso dovremo affidarci alla riprogrammazione di una nuova squadra e sperare che si indovini questa o quell’altra mossa di mercato. Intanto dalle stanze dei bottoni il Presidente parla di internazionalizzazione del brand e spiega che il futuro del club di via Belgio dipende da quanto saremo bravi ad esportare il marchio in giro per il mondo. No dai, e’ uno scherzo. “Che ce ne frega di queste strategie” – tuonano i tifosi – che possono essere pur giuste, per l’amore di Dio, ma che a tre quarti della stagione non risolvono gli interrogativi su quali dirigenti/quadri tecnici/giocatori avrà in seno il Verona del prossimo campionato. Peraltro, sull’altare dell’internazionalizzazione del prodotto Hellas, sono così arrivati sulle rive dell’Adige giocatori dal “pedigree” assicurato (Marquez/Saviola) ma ne sono stati sacrificati altri che nel corso degli anni hanno dato tutto per la causa gialloblù. Uomini con la U maiuscola che si sono tolti il “sangue” per la maglia e che non si sono mai tirati indietro di fronte ad alcuna battaglia. Ridateci Maietta per Dio. E perché no: anche Ferrari e l’onesto Berrettoni! Veri professionisti divenuti troppo presto eroi anticati di un Verona che non c’è più. Si è perduto lo Spirito battagliero e genuino della squadra che sapeva lottare e che non mollava di un centimetro nonostante la sera, davanti allo specchio, riconoscesse i propri limiti. Purtroppo il nuovo film, quello del “puntiamo tutto sul brand”, sta continuando a “girare”, e sta per mietere un’altra vittima illustre: il vituperato ma pur sempre eroe di Salerno Rafael sta per andarsene. Questo almeno è quello che appare. Il carioca sembra già un ex, abbandonato alla deriva della panchina, in attesa di scrivere il triste finale. Mi auguro di sbagliare. Ma il presente ha i contorni della cessione di Maietta. L’impressione è che uno degli ultimi retaggi del Verona ruspante della C ci stia per abbandonare. La trasformazione del club e’ in continua evoluzione e la sensazione è che l’Hellas si stia progressivamente imborghesendo. Sta perdendo lo spirito dell’outsider, per dirla alla Sogliano. Sia ben chiaro che nessuno mette in discussione l’operato della Società, di certo interessata quanto i tifosi a far girare la gestione sportiva come un orologio svizzero, ma ad essa le si rimprovera di non avere sentimenti. Quel cuore che i vari Maietta, Ferrari e Berrettoni sapevano buttare domenicalmente oltre l’ostacolo generando emozioni e strappando gli applausi sinceri del Bentegodi. Pur nei loro limiti, ci piaceva la genuinità e la freschezza di persone che non mollavano mai. Ad ogni cessione di quel gruppo storico ci sentiamo sempre un po’ più soli. Incredibile come ci si possa innamorare non tanto degli eroi dello scudetto – sarebbe troppo facile! – ma dei fantastici ragazzi della C. E’ successo con chi se ne è andato, succederà tra poco con Rafael. Poi rimarranno solo Hallfredsson e Mandorlini, ultimi Highlanders di un Verona che non c’è più. Meno ruspante e più brandizzato. Come vuole il Patron Setti. Al quale però ricordiamo che l’Hellas che ha ereditato dal compianto Martinelli aveva un’anima che vorremmo conservasse. Emozioni di ieri che sembrano già preistoria, tanto veloce va il cambiamento nel club di via Belgio. Ci rimangono solo i ricordi che spaziano dagli impensabili gol di Maietta a quelli nei “play off” di Lega Pro di “Iron Nick”. Meno male: almeno nella “playstation” dei sogni, quella squadra rimane ancora valida.

 

Michele Coratto

Sono nato a Verona nel 1982, sono sposato e ho tre bellissimi bambini. Laureato in Scienze della comunicazione, sono iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005. Giá collaboratore di molte testate locali, presidente di una società di basket, ho vissuto tre anni in missione in Brasile e attualmente lavoro come operatore sociale in Caritas Verona.

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